Omelia (06-01-2008)
padre Antonio Rungi
Gesù Cristo, stella della nostra vita

Celebriamo oggi l'Epifania del Signore, la manifestazione di Dio all'intera umanità, espressa dalla venuta dei Magi alla Grotta di Betlemme, guidati da una stella. In questa solennità che chiude il ciclo delle feste natalizie e che ci ricorda pure la giornata dedicata alla santa infanzia o infanzia missionaria noi cogliamo in essa un messaggio di grande rilevanza morale e spirituale: Gesù Cristo è stella della nostra vita, Egli ci orienta e guida e noi siamo orientati, ovvero diretti verso di Lui. La manifestazione di Gesù Cristo, che è chiamata universale alla salvezza, da cui non possono prescindere gli uomini di cultura e di scienza, ci dice esattamente che Gesù Cristo può e deve diventare la linea guida anche per coloro che sono alla continua ricerca della verità mediante l'uso della ragione e della scienza. Non c'è contrapposizione tra fede e ragione, anzi possiamo comprendere che ai piedi di Cristo l'uomo della fede, come i pastori di Betlemme e l'uomo della scienza, come i Magi dell'Oriente, possono incontrasi ed adorare l'unico Dio che è la vera verità e la base di ogni verità. E' interessante capire come il cammino o percorso della ragione per incontrare Cristo sia non facile e che necessita di prove e verifiche continue. La stessa cosa, su un piano diverso avviene per la ricerca di Dio nella fede e con la fede. Il vangelo della venuta dei Magi ci esprime plasticamente questo itinerario non facile da svolgere e portare a conclusione. Questi sapienti dell'Oriente ci indicano che è possibile incontrare Dio nella fede, dopo aver cercato con la ragione e la scienza, se ad un certo punto si lascia di ragione e si fa quel salto di qualità che impegna il cuore e la mente oltre i confini delle proprie conoscenze facendo spazio a Dio e quindi alla fede in Lui.
La stella della nostra vita è Cristo e incontrarla provoca in noi una gioia sconfinata. I santi hanno potuto assaporare questa gioia e nonostante la loro vasta cultura di fronte agli insondabili misteri della fede hanno dato la loro piena e libera adesione, ben sapendo che scommettevano non sul vuoto, ma sul certo, scommettevano su Dio stesso.
E' molto bello ascoltare quello che l'Apostolo Paolo dice di se stesso circa la missione affidatagli da Cristo dopo la sua conversione. Lo scrive nel brano della Lettera ali Efesìni che ascoltiamo nella solennità di oggi. Il ministero affidato a Paolo è quello di educare i cristiani ad accogliere Cristo e a rispondere a Lui nella fede e con la fede, in quanto la salvezza di Cristo è per tutti e non per una sola parte dell'umanità. Le genti sono chiamate a condividere la salvezza eterna, a formare una sola famiglia e fare proprie le promesse di Cristo. Nessuno uomo è escluso da questo progetto di amore e redenzione. Cogliamo in esso un appello alla speranza cristiana fondata su Cristo salvatore, come ci ha ricordato recentemente il Santo Padre, Benedetto XVI, nella sua seconda Enciclica "Spe Salvi" dedicata alla speranza cristiana.
Ed un forte richiamo a questa prospettiva di gioia e di salvezza, di luce e felicità ci viene dalla prima lettura questa solennità tratta dal libro del profeta Isaìa. L'invito ad alzarci, a risollevarci dalla condizione di debolezza e peccato, dalla fragilità umana ci viene da un profeta dell'antico testamento, che ben otto secoli prima di Cristo, guarda al giorno della venuta del Messia come ad un giorno di luce, di superamento di ogni buio e tenebra, soprattutto interiore, di apertura ad una speranza nuova fondata sul sicuro e sulla certezza che l'unico vero Dio viene in aiuto all'umanità smarrita e perduta nei suoi progetti e pensieri che non arrivano mai a conclusioni certe e definitive, proprio perché non riferite a Lui.
L'Epifania che oggi celebriamo è aprire la nostra vita all'incontro con Cristo ed aprire tutti gli spazi possibili perché egli prenda possesso del nostro cuore e della nostra mente, per assaporare la gioia di appartenergli e di vivere per Lui, con Lui ed in Lui.
Sia questa la nostra preghiera nei giorni che proseguiranno dell'anno 2008 appena iniziato, dopo aver celebrato in questo periodo di Natale i misteri della Natività di Cristo, insieme ai misteri della vita di Maria e di Giuseppe, suo castissimo sposo: "La tua luce, o Dio, ci accompagni sempre e in ogni luogo, perché contempliamo con purezza di fede e gustiamo con fervente amore il mistero di cui ci hai fatto partecipi". Amen.