Omelia (06-01-2008) |
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Siamo venuti per adorarlo "Alza gli occhi intorno e guarda: i tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio" (Is 60,4). Fratelli nella fede, Epifania ci rivela tante verità. Mentre il Natale celebra il viaggio di Dio verso la terra degli uomini, l'Epifania esprime il camino degli uomini verso la casa del Signore. Nella domenica di Natale Gesù si è manifestato ai pastori, creature di umili. Nell'Epifania si rivela ai magi, rappresentanti di tutti i popoli della terra. I pastori e i magi, pur così diversi, hanno in comune il cielo. Studiosi del tempo, quelli che noi oggi diremmo scienziati, astronomi, vedono una stella in cielo e intuiscono qualcosa. Quella stella dev'essere stata davvero speciale se quegli uomini hanno pensato di mettersi in cammino per seguirla, studiarla, ammirarla passo dopo passo. "Abbiamo visto la sua stella... siamo venuti per adorarlo". A cosa avranno pensato? Erode fa parte di coloro che pensano che il Signore è un Dio che toglie, per cui se ne difende. A volte succede anche a me di pensare che il Signore voglia togliermi qualche cosa o che voglia che io faccia qualche cosa di gravoso per lui, ma basta guardare il cielo e contare le stelle per rendersi conto di quanto sono piccolo e di quanto difficilmente potrei dargli qualche cosa che gli possa servire. Penso che è una presunzione credere che posso fare o dare una cosa al Dio creatore di tutte le cose che gli torni utile, posso solo ringraziarlo e manifestare gratitudine. I Magi invece, abituati a guardare le stelle, scoprono una stella che li apre alla speranza, e la vanno a cercare perché intuiscono che è il segno che è nato il re dei giudei. Logicamente lo vanno a cercare a corte, perché si presume che un futuro re sia nato nell'ambito del potere vigente. Scoprendo invece che la stella li porta in tutt'altro contesto, cioè alle porte di una povera grotta, vedendo il bambino si meravigliano e si prostrano, perché intuiscono che li c'è qualche cosa di straordinario. Come hanno fatto non lo sappiamo, ma sappiamo che avrebbero potuto rimanere delusi o pensare di avere sbagliato, e invece li vediamo pieni di gioia, e questo è per loro il segno della presenza del Signore. Anche noi abbiamo bisogno di vedere questa stella e di seguirla fino alla grotta, per avere una speranza, un futuro e raggiungere il Signore della gioia. Aprici, Signore, alla contemplazione del Cielo e insegnaci a vedere i piccoli segni della tua presenza attorno a noi. Bisogna sapere scegliere tra la grande Gerusalemme e la piccola Betlemme, tra il grande Erode e un neonato. Dio ama ciò che è piccolo. Chi preferisce le apparenze vistose e rumorose, non lo saprà mai trovare. Ultima condizione è quella del dono che è espressione dell'amore. Come i Magi voglio seguire anch'io la tua stella, voglio guardare in alto, voglio riuscire a capire i segni dei tempi. Aiutami Gesù a non fissare solo brevi luci abbaglianti, stelle cadenti, aiutami a non lasciarmi sedurre da tanti segnali luminosi che indicano strade senza uscita e mi allontanano da te. Fammi scoprire il cielo dentro e fuori di me. Non ho oro, né incenso, né mirra da darti. Ti offro me stesso. |