Omelia (17-01-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Sam 4,3-4.10 Dalla Parola del giorno Gli anziani di Israele si chiesero: «Perché ci ha percossi oggi il Signore di fronte ai Filistei? Andiamo a prenderci l'arca del Signore a Silo, perché venga in mezzo a noi e ci liberi dalle mani dei nostri nemici». Il popolo mandò subito a Silo a prelevare l'arca del Dio degli eserciti [...]. Israele fu sconfitto. Come vivere questa Parola? Israele è il popolo di Dio, a Lui legato da un'Alleanza che lo impegna a vivere in comunione con Lui nel rispetto delle 'Dieci Parole' (comandamenti) custodite scrupolosamente nell'Arca dell'Alleanza. Un vincolo che non equivale a una 'polizza di assicurazione contro gli infortuni', chiamata in gioco in caso di necessità, ma che consiste in una relazione di amore espressa ed alimentata da un'interazione costante. Purtroppo gli anziani di Israele non lo intendono così e quasi mettono sotto accusa Dio che non è intervenuto a liberarli dalle mani dei Filistei. E l'Arca non è più considerata il segno di un'alleanza bilaterale, bensì come un talismano che, in qualche modo, obbliga Dio ad essere presente in mezzo al suo popolo e a garantirne la vittoria. Un atteggiamento venato di superstizione che non è estraneo ai nostri giorni. Pensiamo a certi improvvisi slanci di fervore in prossimità di esami, concorsi o quando sentiamo incombere la minaccia di qualche pericolo a cui non sappiamo come sottrarci. Si svuota così il significato della preghiera e degli stessi sacramenti, ridotti ad amuleti inutili. Non dobbiamo allora ricorrere a Dio nelle nostre difficoltà? Certamente! Ma come figli che hanno un rapporto abituale con il Padre, sono convinti del suo amore e vi corrispondono con slancio. È proprio partendo da questa convinzione che sottopongono la loro necessità, ma poi si fidano e lasciano che Dio operi secondo il suo volere che ha sempre e solo di mira il nostro vero bene, la nostra piena gioia. Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò ad abbandonarmi tra le braccia del Padre e in questo atteggiamento confidente gli parlerò anche dei miei problemi, anzi, glieli consegnerò nella certezza che 'TUTTO SARÀ BENE'. Padre! Aiutami a concentrare tutto in questa breve parola che trasuda certezza di un amore che previene, soccorre, sostiene, rilancia. La voce di un teologo luterano Dio non deve essere riconosciuto solamente ai limiti delle nostre possibilità, ma al centro della vita; Dio vuole essere riconosciuto nella vita, e non solamente nel morire; nella salute e nella forza, e non solamente nella sofferenza; nell'agire, e non solamente nel peccato. La ragione di tutto questo sta nella rivelazione di Dio in Gesù Cristo - Egli è il centro della vita, e non è affatto " venuto apposta " per rispondere a questioni irrisolte. Dietrich Bonhoeffer |