Omelia (22-04-2001) |
Totustuus |
Omelia per il 22 aprile 2001 - 2a dom. T. di Pasqua NESSO TRA LE LETTURE "Cristo, il Vivente". Così lo "vede" il visionario di Patmos, così si presenta ai discepoli rinchiusi in una casa per paura dei giudei, così lo esperimentano i primi cristiani di Gerusalemme. "Io sono colui che vive; ero morto, ma adesso vivo per sempre" dice la figura umana a san Giovanni in una visione (seconda lettura). Il Vivente appare ai discepoli intimoriti per infondere loro pace, affidare loro la missione, concedere loro lo Spirito (Vangelo). Il Vivente continua ad operare segni e prodigi in mezzo al popolo per mezzo degli apostoli (prima lettura). MESSAGGIO DOTTRINALE 1. Il Vivente sorprende tutti. Se c'è qualcosa che i discepoli non speravano, è che Gesù Cristo, resuscitando, tornasse alla vita ed apparisse loro senza perdere la sua identità con il Crocifisso. I vangeli mettono in risalto questa impressionante sorpresa, che giunse fino alla temerarietà di chiedere delle prove, come fece Tommaso. Sorprende le donne che si recarono al sepolcro e lo trovarono vuoto, sorprende i discepoli in cammino verso Emmaus, sorprende i discepoli riuniti in una casa. Quante sorprese tutte insieme, in quel primo giorno dopo il sabato! Perché li sorprende, se credevano nella resurrezione dei morti? Perché li sorprende, se avevano visto Lazzaro, il fratello di Marta e di Maria, resuscitato da Gesù? Perché li sorprende, se Gesù glielo aveva predetto in varie occasioni durante il suo ministero pubblico? Li sorprende, perché ciò che contemplano i loro occhi è qualcosa di inaudito. Essi, da buoni giudei, educati dagli scribi e dai farisei, credevano nella resurrezione dei morti, però... non nel tempo, ma alla fine dei tempi. Li sorprende, perché la resurrezione storica di Gesù è caso unico, ed è assolutamente differente da quella di Lazzaro, da quella della figlia di Giairo o da quella del figlio della vedova di Nain. Gesù è vivo, ma la sua vita non è più totalmente uguale alla nostra, è una vita differente, nuova, superiore. Li sorprende, perché una cosa è ascoltare, comprendere, e un'altra cosa, diversa, è sperimentare: i discepoli non ascoltano che Gesù risusciterà il terzo giorno, ma lo vedono e lo odono risorto, lo sperimentano come il vincitore della morte, che vive per sempre. Beato l'uomo che Gesù Cristo vivo sorprenda in modo permanente! 2. I doni del Vivente. Che cosa è ciò che il Vivente regala ai suoi? 1) Regala loro la pace, la sua pace. Ne avevano bisogno, perché erano intimiditi dalla paura. Ne avevano bisogno, per acquietare la loro mente e il loro cuore nel presente e di fronte al futuro. Dà la pace a tutti i presenti, non soltanto a pochi privilegiati. Una pace che da adesso in poi nessuno toglierà loro, nemmeno le tribolazioni o la morte. 2) Dà loro la sua stessa missione: Come il Padre ha mandato me, così io invio voi. Per tre anni hanno colto la missione di Gesù e il modo di realizzarla. Adesso Gesù li lancia a continuare la sua opera in Giudea, in Samaria e fino ai confini del mondo. 3) Perché realizzino con coraggio e libertà interiore la loro missione, dà loro lo Spirito Santo. Inseparabile dalla missione di Gesù Cristo, continuerà ad essere inseparabile dalla missione degli apostoli. Egli renderà fecondo il loro lavoro apostolico, e in un secolo avranno conquistato le piazze più grandi del mondo allora conosciuto. 4) Dà loro il suo potere di perdonare i peccati. Dato che soltanto Dio può perdonare i peccati, li perdoneranno unicamente in nome di Gesù Cristo e in virtù del potere di Dio. Questo perdono è qualcosa di cui ogni uomo sente necessità, perché, se è sincero, si riconoscerà colpevole. 5) Dà loro il suo amore condiscendente, come accade con Tommaso, al punto di rafforzare la sua fede: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo, ma credente" (vangelo). Questa comprensione che il Vivente ha della nostre miserie è meravigliosa. 6) Dà loro il potere di edificare la Chiesa mediante la predicazione e la preghiera, mediante la realizzazione di numerosi segni e prodigi, soprattutto di guarigioni in nome di Gesù (prima lettura). SUGGERIMENTI PASTORALI 1. Il clamore cristiano in favore della vita. Quanti muoiono ogni giorno nella tua nazione, nel mondo, di morte violenta: in guerre o guerriglie, nelle carceri, a casa, negli ospedali, nelle vie delle città, sulle autostrade? Gesù Cristo, il Vivente, è venuto affinché l'uomo abbia vita. E Dio è l'unico Signore della morte e della vita. Perché ci sono tanti uomini e donne che si credono signori della vita, e la danno e la tolgono secondo i loro propri interessi? Il clamore cristiano in favore della vita deve elevarsi innanzitutto verso il cielo, verso Gesù Cristo vivo, affinché apra le menti e i cuori degli uomini al valore di ogni vita dal concepimento fino alla morte, e affinché conceda all'umanità la coscienza chiara e ferma di essere amministratori, non signori, della vita. Il clamore cristiano a favore della vita si dirigerà anche alle istituzioni statali e pubbliche, affinché difendano con vigore e con costanza tutte le forme di vita umana, affinché proteggano la vita dei cittadini, soprattutto degli innocenti e degli indifesi, affinché promuovano in modo responsabile l'amore alla vita. Il clamore del cristiano in favore della vita risuonerà dentro il suo cuore, affinché, nonostante tanta violenza e tanti assassinii, mai decada davanti ai suoi occhi l'origine divina della vita, il valore primordiale dell'esistenza, la dignità dl ogni vita umana. Il cristiano grida in favore della vita; sì, della vita terrena nella sua preziosità e nella sua contingenza; inoltre, e soprattutto, per la vita di grazia, cioè, la presenza di Cristo vivente nell'anima, e per la vita eterna, ossia, la vittoria sulla morte e l'esperienza ineffabile di una vita nuova, in eterna intimità con Dio e con tutti i beati. 2. Non passare per la vita, ma viverla. La vita è un compito per uomini responsabili. Dio non ce l'ha data per passare per essa, come si passa per una festa o un parco di divertimenti. Si arriva, si vede, se ne gode, e si va via... Dio ce l'ha data per viverla secondo la nostra dignità umana e cristiana. Dio non ci ha dato la vita per spassarcela, ma per passare, come Gesù Cristo, facendo il bene; non per passeggiare, come turisti, ma per costruire un mondo migliore e più cristiano; non per schiacciare tutti quelli che si pongono sulla nostra strada, ma per amare tutti, specialmente i più bisognosi. Questo modo di vivere la vita vale soprattutto per i giovani, che la guardano in faccia e l'hanno quasi completa davanti a sé. È una pena, che, essendo tanto bella, la perdano o la sprechino! Vale allo stesso modo per quelli già entrati nell'età matura, e nella stessa anzianità, perché ogni giorno di vita è una grazia, è un compito, è una meta da conquistare. Beato chi sa esaurire la vita fino alla fine, amando gioiosamente Dio e gli uomini! C'è maniera migliore di vivere questa vita? C'è modo migliore di prepararsi alla vita che ci aspetta? Cristo Vivente sia la torcia accesa che guidi i nostri passi attraverso la vita, per viverla realmente. |