Omelia (24-01-2008)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo.

Come vivere questa Parola?
Gesù è diventato il centro di attenzione della folla. Gente che viene da ogni parte, stranieri, originari, oltre che della Giudea e della Galilea, della Transgiordania, dell'Idumea e fin delle parti di Tiro e Sidone. La fama del rabbi che guarisce è giunta lontano e ha prodotto schiere di poveri, di malati, di sofferenti che vanno da Lui per essere salvati.
E' come un torrente in piena che travolge il Maestro. Tutti vogliono un contatto fisico con lui, rischiano di travolgerlo, lo schiacciano pur di avvicinarlo, perché conoscono la forza della sua parola e dei suoi gesti, che producono miracoli di guarigione fisica e spirituale. Ma, soprattutto, la folla infinita si è mossa da luoghi diversi in cerca di speranza.
Meditando questa pagina intensa di Vangelo, Domenico Sigalini, vescovo e pastoralista, riflette su un possibile nostro atteggiamento e scrive: "Noi guardiamo con supponenza a questa folla che si stringe attorno a Gesù, perché crediamo di essere autosufficienti, di non aver bisogno di un salvatore, perché crediamo che ci salvi la scienza, o il progresso, l'avere denaro e amici. Per le malattie abbiamo gli ospedali, per le depressioni le medicine, per la solitudine le città e le piazze, per i problemi tecnici il progresso, per i contenziosi i tribunali, per gli imprevisti le assicurazioni. Eppure ci riduciamo ancora miseramente a fare la fila dai maghi o dagli spacciatori, ci facciamo incantare dagli imbonitori, abbocchiamo all'ultima moda che ci promette la felicità e l'eternità.
Ma alla fine sentiamo che tutto quanto è in nostro potere non basta. Abbiamo bisogno di un salvatore, anche noi uomini e donne del terzo millennio abbiamo bisogno di Dio, cerchiamo anche inconsciamente, un contatto con Lui".

Per questo, oggi nella preghiera personale, chiederò al Signore di donarmi la capacità di cercarlo nel quotidiano della mia vita e di trovarlo nelle persone che soffrono. Questa la mia invocazione:

Vorrei toccare almeno il lembo del tuo mantello, Signore, come ha fatto la donna malata, in mezzo alla folla. So che da te emana una potenza sanatrice che può riscattarmi dalle mie colpe, dalla pigrizia nel seguirti, dalla poca fiducia che tu mi possa guarire.

Parole di un pensatore contemporaneo
Dio non è mai troppo impegnato o distratto: egli ama ciascuno di noi come se in quel momento fossimo l'unico oggetto del suo amore.
R. Guelluy