Omelia (25-01-2008)
Messa Meditazione
Andate... e predicate il Vangelo

Lettura
Nella prima lettura viene narrato l'incontro tra Saulo, persecutore dei cristiani, e il Signore, incontro che farà dell'appassionato giudeo il testimone privilegiato, davanti a tutti gli uomini, del Crocifisso risorto. Nel vangelo, Gesù manifesta il suo desiderio che l'annuncio evangelico raggiunga ogni creatura, perché tutti abbiano la possibilità di divenire suoi discepoli.

Meditazione
Quando Paolo, nelle lettere, fa riferimento alla sua conversione, sottolinea come, prima di incontrare Cristo, egli fosse stato un appassionato difensore della tradizione e fosse poi divenuto quindi persecutore dei cristiani (cfr. Fil 3,4-6). Anche il testo degli Atti degli Apostoli conferma questa notizia, mostrando come Saulo avesse intuito da tempo che quel gruppo che annunciava Cristo morto e risorto rappresentava una minaccia, un pericolo per le autorità giudaiche. Ed era proprio il riferimento a Cristo l'elemento minaccioso: i cristiani, infatti, invece di cercare di osservare la Legge per essere giusti agli occhi di Dio, si affidavano a quell'uomo che annunciavano essere morto e risorto, desideravano lasciarsi plasmare dalla fede in lui. Parlare della conversione di Paolo, dunque, significa far memoria del momento in cui Saulo incontrò Cristo o, meglio, del momento in cui il Crocifisso Risorto lo afferrò. Sulla via di Damasco, Saulo scopre che la sua persecuzione non si rivolge semplicemente contro i cristiani, ma contro Gesù di Nazaret, scopre di essere stato scelto personalmente, di essere uno strumento eletto, di non essere lui il protagonista principale della sua vita, ma Dio; e a questo Dio egli si affida facendosi battezzare. La conversione si concretizza in una missione: annunciare Gesù, Figlio di Dio, e fare in modo che la fede nel Risorto plasmi i diversi aspetti della vita al punto da poter affermare: «Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20). La vita di Paolo, come quella di ogni cristiano, continua ad essere una "vita nella carne", non esente da ambiguità, da limiti, ma illuminata dalla fede: una vita che non si chiude in se stessa, ma si apre alla relazione con Cristo, che diviene il suo unico punto di riferimento.

Preghiera
«Non però che io abbia già conquistato il premio o sia arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo» (Fil 3,12): con le parole di Paolo, chiedo la grazia di vivere sempre orientato verso il Signore.

Agireì
Cerco di individuare una dimensione della mia vita che ha bisogno di essere orientata verso Cristo e un'azione che mi conduca verso di lui.

Commento a cura di Marzia Blarasin

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