Omelia (21-01-2008)
Monaci Benedettini Silvestrini
Il digiuno

Il brano del vangelo odierno dimostra che la pratica del digiuno non è caratteristica della sola chiesa cattolica, ma fa parte del bagaglio religioso di una grande parte dell'umanità. Può essere considerata, infatti una via che – educando il corpo – permetta un incontro più completo e sincero con il divino. L'osservazione dei farisei, che vedevano i discepoli di San Giovanni digiunare, sottolinea due aspetti importanti. Da un lato i farisei dimostrano mancanza di sensibilità nell'affrettarsi a formulare giudizi sul comportamento altrui. Gesù non risponde direttamente a questo loro modo di pensare. Gesù, come al solito, guarda al cuore delle questioni per scoprirne l'essenzialità. La sua risposta cambia la prospettiva dei farisei e si pone su un altro livello, che supera una polemica sterile. Con la figura dello sposo, Gesù invita i farisei a volgere il loro sguardo non sui discepoli ma su Gesù stesso. La sua risposta invita quindi ad approfondire la loro fede. L'insensibilità dei farisei nel guardare i discepoli di Gesù Cristo dimostra una loro non comprensione nel messianismo annunciato e proclamato da Gesù stesso.
Importante, anche per noi, capovolgere la prospettiva, così come la indica Gesù. Capiamo allora meglio il valore di ogni nostro gesto ed azione, perché invitati a riferirla a Gesù stesso. Ogni nostra pratica religiosa deve avere al centro la figura di Gesù Cristo nella comprensione del suo messaggio perché diventi veramente efficace per la nostra vita di cristiani.