Omelia (30-01-2008)
Messa Meditazione
Uscì il seminatore a seminare

Lettura
Nella prima lettura, il Signore svela a Davide che non sarà lui a costruire una casa a Dio, ma sarà il Signore a dare a lui una discendenza, un casato. Nel Vangelo, invece, Gesù comincia a parlare alle folle in parabole, un tipo di linguaggio non sempre facile da capire. Esse possono essere comprese solo da chi, come i discepoli, accettando di mettersi alla sequela di Gesù, riceve da Dio il dono di conoscere i misteri del Regno; per chi, invece, non ha compiuto in modo esplicito questa scelta, come le folle, le parabole sono un linguaggio che, anziché rivelare, nasconde i misteri del Regno.

Meditazione
Il testo di oggi presenta la cosiddetta parabola del seminatore insieme alla sua spiegazione. Quel che immediatamente colpisce nella parabola è lo strano modo in cui il seminatore sparge il seme. Sembra non far caso al terreno in cui la semente finisce, la sua unica preoccupazione è far cadere questo seme, nella consapevolezza che esso ha in sé la forza per portare frutto e che, da qualche parte, c'è il terreno pronto ad accoglierlo. È questa certezza che gli permette di non perdersi d'animo di fronte ai vari ostacoli che, durante la crescita, impediscono al seme di maturare. Nella spiegazione della parabola, invece, l'attenzione non è più focalizzata sul seminatore, ma si sposta sui diversi terreni che accolgono il seme: è da essi che dipende la crescita o meno della semente. Il seme è identificato con la Parola, mentre i terreni rappresentano i diversi modi in cui essa viene accolta. Leggendo la spiegazione della parabola, si scopre come non sia sufficiente ascoltare la Parola, perché vi sono molti nemici pronti a impedire che essa porti frutto: satana, l'incostanza nelle tribolazioni, il prevalere delle preoccupazioni del mondo, il desiderio di possedere. Se l'immagine del seminatore apre alla speranza, invita a credere che non fatichiamo invano, perché c'è il terreno buono pronto a portare frutto in abbondanza, i quattro tipi di terreno ci invitano a vigilare sul nostro cuore, a chiederci come ascoltiamo la Parola del Signore. È evidente, infatti, che essi rappresentano atteggiamenti che albergano simultaneamente nel cuore di ciascuno di noi. Siamo, perciò, chiamati a vigilare perché i nemici non abbiano il sopravvento, nella certezza che il Signore desidera seminare la sua Parola anche nel terreno del nostro cuore.

Preghiera
«Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della seduzione. Sta' unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni» (Sir 2,2-3): chiedo al Padre la grazie della fedeltà nel momento della prova.

Agire
Cerco di scoprire quali sono le realtà che mi impediscono di ascoltare in modo fecondo la Parola di Dio.

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