Omelia (31-01-2008)
mons. Vincenzo Paglia


Questa pagina evangelica si può applicare a Gesù stesso. Da quando ha iniziato la sua predicazione pubblica non cessa di percorrere le strade e le piazze della Galilea per comunicare a tutti la vicinanza del regno di Dio, ossia l'amore del Padre per tutti e particolarmente per i più poveri. Davvero la luce venuta nel mondo non è più "sotto il moggio", ma è nel candelabro. E le folle se ne sono accorte al punto che da ogni parte accorrono. L'immagine della luce che esiste per illuminare gli altri, non certo se stessa, ci descrive bene la vita di Gesù. Egli, luce vera che illumina ogni uomo, come scrive Giovanni nel prologo del quarto Vangelo, non è venuto per se stesso, non si è incarnato per realizzare se stesso, e neppure per affermare un proprio progetto personale. Gesù è venuto sulla terra per illuminare i passi degli uomini verso la salvezza, è venuto perché tutti, ascoltando la sua Parola, possano percorrere le strade della vita sino a giungere nel cielo. I discepoli che egli continua a chiamare di generazione in generazione sono invitati a fare altrettanto: ossia a non nascondere la luce del Vangelo che hanno ricevuto, né ad avere misure strette nella sua comunicazione al mondo, perché "a chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha". L'amore, la generosità, secondo il Vangelo di Gesù non sopportano restrizioni e confini: il cuore del credente è universale e aperto a tutti.