Omelia (03-01-2008)
Messa Meditazione
Ecco l’agnello di Dio

Lettura
Nelle letture di oggi vengono rivelate due identità: quella di Gesù e la nostra. Il Battista presenta Gesù come l'Agnello di Dio, come Colui su cui dimora lo Spirito, come il Figlio di Dio. La prima lettura, invece, ci ricorda come la nostra vera realtà è quella di essere figli di Dio, figli che, però, rischiano di lasciarsi sedurre dal peccato se non rimangono alla sequela di Cristo.

Meditazione
Il Battista, vedendo Gesù andare verso di lui, dichiara ciò che ha compreso della sua identità più profonda. In primo luogo ciò che stupisce è che non sono indicati gli interlocutori a cui Giovanni si rivolge, come a suggerire che il messaggio del Battista valica i limiti del tempo e dello spazio per raggiungere ogni credente che vuol scoprire il volto di Gesù. Per Giovanni, il Signore è l'agnello donato da Dio Padre per togliere il peccato del mondo: non solo per eliminare i singoli peccati, ma per mettere un termine al dominio del peccato. L'immagine dell'agnello richiama gli animali utilizzati nei sacrifici all'interno dei riti di comunione e di riconciliazione dopo il peccato, ma anche l'agnello pasquale che gli ebrei mangiarono prima di essere liberati dall'Egitto. Ora, Giovanni afferma che Gesù è l'Agnello, in lui Dio Padre concede la pienezza del perdono, in lui la promessa di salvezza è diventata realtà, in lui si realizza la vera liberazione. Tutto questo è possibile perché egli è il Figlio di Dio su cui è sceso ed è rimasto lo Spirito. Poiché Gesù possiede lo Spirito in pienezza, può donarlo ai credenti. È il dono dello Spirito che permette a chi lo riceve di vivere in relazione con Dio, di vivere da figlio di Dio, come ricorda la prima lettura. È questa la nostra identità più profonda, un'identità di figli che non dobbiamo conquistare, che non dobbiamo meritare, ma che ci è donata dall'amore gratuito del Padre. Un'identità che siamo chiamati a concretizzare nella vita di tutti i giorni operando la giustizia, cercando di rimanere in Cristo per allontanarci dal peccato.

Preghiera
«E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!"» (Rm 8,15): con queste parole di san Paolo, chiedo al Signore la grazia di vivere in ascolto della voce dello Spirito.

Agire
Se mi accorgo di vivere in una situazione di peccato, cercherò di celebrare il sacramento della Riconciliazione per ricominciare a testimoniare nella vita la mia identità di figlio di Dio.

Commento a cura di Marzia Blarasin

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