Omelia (09-01-2008)
Messa Meditazione
Coraggio, sono io, non temete!

Lettura
Dopo aver sfamato la moltitudine, Gesù allontana da sé i discepoli e congeda la folla. Ha così la possibilità di dedicarsi alla relazione con il Padre, nella preghiera, e di rivelarsi ai discepoli come il Figlio che condivide la stessa potenza del Padre. Nella prima lettura, Giovanni presenta l'amore reciproco e la fede nel Figlio di Dio come vie per dimorare in Dio e perché Dio dimori in noi.

Meditazione
Rimasto solo, Gesù sale sul monte per pregare: dopo aver compiuto un gesto che lo presenta come il vero Pastore, capace di guidare il gregge con la sua parola e di saziarlo, il Signore sceglie di ritirarsi per dedicare del tempo al dialogo con il Padre. È in quel tempo di preghiera che Gesù discerne il cammino da percorrere, rivelando che il suo non è un agire in autonomia, ma in obbedienza alla volontà del Padre. Intanto, i discepoli si trovano in mezzo al mare, ostacolati dal vento che impedisce loro di avanzare. Gesù vede la situazione di difficoltà in cui si trovano e decide di intervenire andando verso di loro. Raggiunge i discepoli "camminando sul mare": questo gesto richiama il testo di Gb 9,8 nel quale è Dio colui che "cammina sulle onde del mare". Gesù dimostra, così, di partecipare dello stesso potere divino sulle forze della natura. A differenza del Signore, che vede chiaramente la situazione di difficoltà dei discepoli, questi ultimi, pur vedendolo, non lo riconoscono e, credendo di trovarsi di fronte ad un fantasma, sono presi dalla paura. Ed è su questa paura che il Signore interviene: la rivelazione della sua identità, «sono io», è racchiusa, infatti, tra due parole di incoraggiamento. Questa collocazione sembra voler suggerire che, finché siamo in balia della paura, dello sconforto, non riusciamo ad accogliere il lieto annuncio della presenza di Dio nella nostra vita: il timore instilla nel nostro cuore il dubbio riguardo all'amore del Padre per noi, facendoci credere che è semplicemente un fantasma, una creazione della nostra mente. Solo se cessiamo di aver paura, solo se, nel momento della prova, ci fidiamo, scopriremo che il Signore è lì accanto a noi, è sulla nostra barca "in carne e ossa". Questo è ciò che, anche Giovanni ci ricorda nella prima lettura: se crediamo all'amore che Dio ha per noi, se rimaniamo nell'amore, dimoriamo in Dio e il timore scompare.

Preghiera
«Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me» (Sal 23,4): ripetendo le parole del Salmo, alimento la mia fiducia nella presenza provvidente di Dio nella mia vita.

Agire
Proverò a dare un nome alle paure che mi rendono difficile fidarmi dell'amore che Dio ha per me.

Commento a cura di Marzia Blarasin

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