Omelia (10-12-2007)
Messa Meditazione
La brandina del paralitico

Il popolo oppresso dai lunghi anni dell'esilio viene raggiunto dalla promessa di Isaia; il profeta annuncia la liberazione che viene da Dio e apre il cammino, lungo la Via santa, verso la città di Sion. La bellezza di queste pagine ci conquista la mente e il cuore. Ogni uomo e ogni popolo vi ritrovano consolazione e speranza e riprendono il cammino di liberazione. Il Vangelo concretizza questa speranza nella figura del paralitico guarito, che si mette in piedi e di avvia a casa portando sottobraccio la sua ormai inutile brandina.

Un intero popolo bloccato nella schiavitù. Un paralitico, infermo di anima e di corpo. Oggi, quale schiavitù del popolo? Quale infermità della persona? La prima vera schiavitù del popolo di Dio oggi è proprio la difficoltà a riconoscersi come popolo, è la sua dispersione in mezzo a mille attrattive e richiami che ne confondono l'orientamento nelle scelte della vita, ne infrangono l'unità e demoliscono la fiducia nei pastori. La cosa più pericolosa e drammatica per un cristiano è sentirsi solo. Eppure ancora resistono dei luoghi di riferimento e di appartenenza, per quanto a volte labili e incerti: le parrocchie, le aggregazioni laicali, i santuari, le feste cristiane. Occorre che il rapporto con questi spazi umani superi il livello dell'abitudine e del sentimento, innestando un reale senso di appartenenza, fino a determinare a poco a poco un nuovo stile di vita, una nuova cultura, una nuova fonte di giudizio, nuove scelte di vita. Anche le delusioni che ci vengono dall'aver sperimentato risposte parziali o false svolgono una funzione provvidenziale, in quanto ci orientano a formulare domande vere, nella ricerca dell'autentico salvatore. La stessa incapacità a rialzarsi da soli, ci spinge a domandare la grazia di una comunità, a richiedere l'aiuto di altre persone. Il paralitico ne ha trovate quattro, che l'hanno condotto da Gesù senza perdersi d'animo di fronte alla barriera di folla che impediva di raggiungerlo. Quando una domanda urgente colpisce il cuore, allora nessun ostacolo viene sperimentato come definitivo e la presenza di un'amicizia cristiana, l'aiuto di una compagnia di fede ci fanno strada verso Gesù. Questa per noi è la Chiesa, è la sua bella liturgia di avvento, è la comunità cristiana vicina a noi. Grazia più grande non v'è, del trovare quattro amici come è accaduto per il paralitico.

Signore Gesù, innalziamo a te il grido e la domanda. La speranza della vera libertà ci rialzi e ci rimetta in cammino. La vicinanza della tua Chiesa ci segni la strada e ci sostenga.

C'è qualcuno da cui mi lascio accompagnare nella strada che conduce da Gesù? Voglio accogliere la misericordia del Signore che mi guarisce nel sacramento della confessione. E posso già accogliere anche la penitenza: farmi carico io stesso, magari insieme con altri, di qualcuno che ha bisogno di essere condotto da Gesù.

Commento a cura di don Angelo Busetto

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