Omelia (12-12-2007) |
Messa Meditazione |
Un Dio che consola Il popolo in esilio dubita di Dio, della sua grandezza e potenza, della sua provvidenza. Il profeta richiama a un punto fondamentale, capace di ridare energia e speranza: la grandezza del Dio creatore, evocata secondo immagini riprese dalla Genesi e da Giobbe. Il Vangelo offre la sua conferma assicurando che in Gesù, Dio si fa vicino a noi e diventa nostro sostegno e conforto. La sfiducia è una delle più gravi tentazioni in cui possiamo cadere. A volte Dio appare lontano, o impotente, o indifferente. Occorre rianimare la fede, prima di tutto ponendo lo sguardo su Dio creatore. Dio ha creato e regge l'universo e quindi la nostra vita non è lasciata in balia del niente. La ripresa di questo principio detta ordine alla vita dell'uomo e a tutte le vicende della storia. La sicurezza e la salvezza non ci verranno da una fantasiosa ripresa di giovinezza, come viene promessa dalle moderne tecniche salutiste o dai nuovi procedimenti della scienza, ma da colui che è potente perché Creatore, e buono perché Padre e per questo ci è vicino, compagno alla nostra quotidianità. Infatti questo Dio grande e onnipotente vuole raggiungere tutti. E' accaduto e accade in Gesù Cristo; lui stesso chiama particolarmente i piccoli e i semplici e i sofferenti: "Venite a me voi tutti...". E' l'esperienza dei discepoli, dei malati e dei peccatori, che l'hanno incontrato e si sono raddrizzati nelle membra e nel cuore. E' l'esperienza di chi oggi incontra il Signore dentro il dramma della vita, e ritrova consolazione e forza. La Chiesa è chiamata ad essere il luogo dove si incontra il Signore che consola e salva; tante volte è stato così nella storia, attraverso i santi e le loro opere di liberazione, di accoglienza, di misericordia, di guarigione; attraverso tante comunità e tante famiglie che sono state e sono il volto e il cuore compassionevole del Signore. Queste esperienze di vita nuova sono come un'oasi nel deserto del nostro mondo. Nella compagnia e nell'aiuto del Signore, la vita non perde la sua fatica, ma la fatica perde il suo peso. Un Altro cammina con noi e rende possibile percorrere la strada: "Venite a me voi tutti affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro". Consolami Signore, con la tua presenza nell'Eucaristia e nell'amicizia dei fratelli. Donami la grazia di non rifuggire dal peso e dalle difficoltà della vita, ma di accettare e portare ogni contraddizione e fatica con il tuo sostegno. Anch'io posso essere per un'altra persona, magari un collega di lavoro o un familiare, un segno vicino e semplice del Signore che l'accompagna. Posso presentarmi oggi con cuore mite e umile, e con l'audacia della fede che riconosce e annuncia il Signore. Commento a cura di don Angelo Busetto Clicca qui se vuoi abbonarti a "Messa Meditazione". |