Omelia (18-12-2007) |
Messa Meditazione |
L'obbedienza di Giuseppe La salvezza viene al mondo attraverso la stirpe del re Davide; percorre la linea della storia, ma non è un prodotto di essa. Occorre che Dio stesso susciti alla radice di Davide 'un germoglio giusto'. Allo stesso modo, non è dalla semplice discendenza davidica di Giuseppe che nasce il Messia. Il nuovo Figlio nascerà dalla promessa sposa di Giuseppe, non per l'intervento dello sposo, ma 'per opera dello Spirito Santo'. Il Vangelo prolunga la linea dell'Antico Testamento e la realizza in modo sorprendente. E' cosa bella e straordinaria che la tradizione sulla nascita di Gesù e sugli avvenimenti che l'hanno preceduta, sia documentata da due evangelisti, Matteo e Luca, su due percorsi paralleli e complementari che la raccontano l'uno dal punto di vista di Giuseppe, l'altro dal punto di vista di Maria. E'un esempio efficace di veridicità della testimonianza dei vangeli, riferita al momento della vita di Gesù che è rimasto più nascosto e che più facilmente è stato sottoposto a una ingenerosa e sospettosa critica demolitrice. Ma gli avvenimenti hanno fatto il loro corso nonostante il parere contrario dei sapienti di questo mondo, ed anzi sono entrati profondamente nel patrimonio del popolo cristiano, nella mente e nel cuore dei poveri di spirito. Da Giotto in avanti, e ancora oggi nella statuina del presepio, Giuseppe viene spesso raffigurato dormiente: questo fatto segnala il suo ruolo 'non attivò nell'incarnazione del Figlio di Dio, e nello stesso tempo indica come l'iniziativa di Dio, espressa attraverso i sogni, ha determinato le sue scelte. Nella tradizione biblica, che prosegue anche in diffuse convinzioni della nostra gente, il sogno è veicolo che manifesta la volontà di Dio. A questa volontà Giuseppe aderisce poi quando è ben sveglio, con la semplicità dei poveri di Jahvè, disposti a fidarsi di Dio e a obbedirgli. L'opera di Dio si realizza in modo non automatico, ma in collaborazione con coloro che Dio chiama. Nel fatto della nascita di Gesù, l'intervento divino e quello umano concorrono a definire l'identità del Bimbo che nasce: un uomo che è Dio, un Dio che si fa uomo: 'Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge'. Viene definita anche la sua missione: 'Per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figlì' (Gal 4,4-5). Tutto questo viene dichiarato non attraverso affermazioni teoriche o enunciati di fede, ma nel racconto di fatti accaduti nella vita di persone reali. "Padre mio, mi abbandono a te, di me fa quello che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me, io ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto. Purché si compia la tua volontà in me, in tutte le tue creature, non desidero null'altro, mio Dio..." (Charles De Foucauld) I fatti che accadono possono intervenire a cambiare la prospettiva della vita di una persona, o semplicemente della giornata in corso. Domando al Signore di aderire con prontezza e gioia alla sua volontà manifestata dalle circostanze che oggi accadranno. Commento a cura di don Angelo Busetto Clicca qui se vuoi abbonarti a "Messa Meditazione". |