Omelia (19-12-2007) |
Messa Meditazione |
Il programma di Dio La liturgia di questi giorni corre su alcuni parallelismi: non solo tra gli evangelisti Matteo e Luca, ma anche tra la nascita di Giovanni Battista e quella di Gesù; a sua volta, la vicenda del precursore viene posta in parallelo con quella di Sansone, narrata nella prima lettura. Questo lega personaggi ed episodi diversi in un'unica storia, dove Dio è il grande protagonista delle vicende umane. Un alone di solennità circonda l'episodio del Vangelo. Il sacerdote Zaccaria e la moglie Elisabetta vengono presentati come santi e giusti dell'Antico Testamento, proseguendo la linea antica dei poveri di Jahvè che hanno atteso e preparato la venuta del Messia. La visione e l'annuncio dell'Angelo avvengono nell'ambiente solenne del tempio di Gerusalemme, nell'ora dell'offerta dell'incenso. Il tempio viene esaltato e nello stesso tempo se ne indica il superamento, poiché il bambino promesso svolgerà la sua missione ben al di fuori dal tempio, e annuncerà un Messia il cui sacrificio supera e abolisce tutte le offerte del sacerdozio antico. Questo episodio, insieme con tutti gli altri che dettano il clima dei Vangeli dell'infanzia, ci indica il metodo dell'azione di Dio. Gli uomini fanno i loro programmi e spesso si accaniscono su strade e progetti di impossibile realizzazione; così la loro vita si consuma nella delusione. Dio interviene nella storia umana non semplicemente per adempiere un desiderio umano, ma per realizzare la sua promessa in modo nuovo e ben superiore ad ogni misura umana. Infatti Zaccaria ed Elisabetta avranno un figlio, non semplicemente secondo la misura del proprio desiderio, ma secondo la grandezza del progetto di Dio. Dio continua ad agire con lo stesso criterio. La nostra vita non si realizza in base alle nostre richieste, ma in base alla volontà di Dio, che sfida la nostra debolezza, la nostra diffidenza o le nostre contestazioni, come avvenne per Zaccaria. Potremmo anche passare attraverso un aspro periodo di prova, come fu per Zaccaria il forzato mutismo. Ma 'Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne una più certa e più grande', come dice il Manzoni. Signore, che i miei desideri giungano a te senza pretesa, disposto a fare la tua volontà anche quando mi presenti un percorso imprevisto. Rendimi certo del tuo amore. In una contraddizione, in un cambiamento di programma, in una delusione, voglio abbandonarmi al Signore, e affrontare con fiducia la nuova situazione. Commento a cura di don Angelo Busetto Clicca qui se vuoi abbonarti a "Messa Meditazione". |