Omelia (16-02-2008) |
Messa Meditazione |
Dio non fa preferenze Lettura Nel vangelo Gesù invita alla perfezione dell'amore: pregare per il nemico, per chi non ci ama. È ciò che fa realmente vivere il cristiano come figlio di Dio, perché questo amore pieno gli dà gli stessi connotati del Padre, lo stesso DNA. Meditazione Non è sempre facile per noi accettare il modo di essere di Dio, perché sappiamo che se lo accettiamo, di conseguenza dovremo cambiare il nostro modo di pensare ed agire. Nel Vangelo, Cristo mostra il volto di un Dio che non fa preferenze, che ama chi non lo ama. Un Dio, quindi, che chiama chi lo segue a far suo lo stesso atteggiamento interiore. E questo ci mette in crisi. Di per sé, il discepolo di Gesù non dovrebbe vedere nessun uomo come suo nemico, anche se, quando realizza il suo essere segno di contraddizione tra gli uomini, troverà delle persone che lo vedranno come loro nemico. Vedere qualcuno come nemico significa iniziare a non guardarlo con gli occhi di Cristo. Gesù non ha guardato chi l'ha crocifisso come un nemico, e il suo sguardo di perdono ha fatto poi gridare al centurione: "Costui era veramente il Figlio di Dio". L'amore del Signore si è rivelato in tutta la sua grandezza proprio quando si è mostrato universale non solo nella quantità, ma nella qualità: si è rivolto a tutti, buoni e cattivi, giusti ed ingiusti. Questo è il segno distintivo del cristiano. Eppure, anche come comunità ecclesiali, troppo spesso ci incagliamo su questo: preghiamo per le vittime della violenza e non per chi l'ha provocata, chiediamo la guarigione per tanti malati, ma non per chi è malato nell'intimo, perché non ha conosciuto e non vive l'amore. Difficilmente preghiamo per chi ci ha fatto soffrire. Ecco uno dei motivi per cui non riusciamo a perdonare. Chi vive "da cattivo" (e nessuno può dirsi "buono" al cento per cento), soffre, perché è lontano dall'amore. Prendiamoci a cuore anche questa sofferenza. Preghiera «Io spero nel Signore, l'anima mia spera nella sua parola. L'anima mia attende il Signore più che le sentinelle l'aurora» (dal Sal 129). Agire Pregherò non solo per gli oppressi, ma anche per gli oppressori, non solo per chi subisce violenze ed ingiustizie, ma anche per gli ingiusti e i violenti, perché conoscano il Bene. Commento a cura di Cristoforo Donadio – P. Antonio Izquierdo, LC Clicca qui se vuoi abbonarti a "Messa Meditazione". |