Omelia (11-03-2009)
a cura dei Carmelitani
Commento Matteo 20,17-28

1) Preghiera

Sostieni sempre, o Padre, la tua famiglia
nell'impegno delle buone opere;
confortala con il tuo aiuto
nel cammino di questa vita
e guidala al possesso dei beni eterni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

2) Lettura del Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo 20,17-28
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i Dodici e lungo la via disse loro: "Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà".
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: "Che cosa vuoi?" Gli rispose: "Di' che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?"
Gli dicono: "Lo possiamo". Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio".
Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti".

3) Riflessione

• Il vangelo di oggi ci presenta tre punti: il terzo annuncio della passione (Mt 20,17-19), la richiesta della madre dei figli di Zebedeo (Mt 20,20-23) e la discussione dei discepoli per il primo posto (Mt 20,24-28).
• Matteo 20,17-19: Il terzo annuncio della passione. Stanno andando verso Gerusalemme. Gesù cammina davanti a loro. Sa che lo uccideranno. Il profeta Isaia lo aveva già annunciato (Is 50,4-6; 53,1-10). La sua morte non è frutto di un piano stabilito in precedenza, ma la conseguenza dell'impegno assunto riguardo alla missione ricevuta dal Padre accanto agli esclusi del suo tempo. Per questo Gesù parla ai discepoli della tortura e la morte che lui dovrà affrontare a Gerusalemme. Il discepolo deve seguire il maestro, anche se deve soffrire come lui. I discepoli sono impauriti e lo accompagnano con paura. Non capiscono ciò che sta succedendo (cf. Lc 18,34). La sofferenza non andava d'accordo con l'idea che avevano del messia (cf. Mt 16,21-23).
• Matteo 20,20-21: La richiesta della madre per ottenere il primo posto per i figli. I discepoli non solo non capiscono la portata del messaggio di Gesù, ma continuano con le loro ambizioni personali. Quando Gesù insiste nel servizio e nel dono di sé, loro continuano a chiedere i primi posti nel Regno. La madre di Giacomo e Giovanni, portando con sé i figli, arriva vicino a Gesù. I due non capirono la proposta di Gesù. Erano preoccupati solo dei loro interessi. Segno del fatto che l'ideologia dominante dell'epoca era penetrata profondamente nella mentalità dei discepoli. Malgrado la convivenza di vari anni con Gesù, loro non avevano rinnovato il loro modo di vedere le cose. Guardavano Gesù con lo sguardo di sempre, del passato. Volevano una ricompensa per il fatto di seguire Gesù. Le stesse tensioni esistevano nelle comunità del tempo di Matteo ed esistono ancora oggi nelle nostre comunità.
• Matteo 20,22-23: La risposta di Gesù. Gesù reagisce con fermezza: "Voi non sapete quello che chiedete!" E chiede se sono capaci di bere il calice che lui, Gesù, berrà e se sono disposti a ricevere il battesimo che lui riceverà. E' il calice della sofferenza, il battesimo di sangue! Gesù vuol sapere se loro, invece del posto d'onore, accettano di dare la vita fino alla morte. I due rispondono: "Possiamo!" Sembra una risposta detta non dal di dentro, poiché, pochi giorni dopo, abbandonarono Gesù e lo lasciarono solo nell'ora della sofferenza (Mc 14,50). Loro non hanno molta consapevolezza critica, non percepiscono la sua realtà personale. Per quanto riguarda il posto d'onore nel Regno accanto a Gesù, colui che lo concede è il Padre. Ciò che lui, Gesù, ha da offrire, è il calice ed il battesimo, la sofferenza e la croce.
• Matteo 20,24-27: Non così dovrà essere tra di voi. Gesù parla, di nuovo, sull'esercizio del potere (cf. Mc 9,33-35). In quel tempo, coloro che detenevano il potere non rendevano conto alla gente. Agivano come volevano (cf. Mc 6,27-28). L'impero romano controllava il mondo e lo manteneva sottomesso con la forza delle armi e così, attraverso tributi, tasse ed imposte, otteneva di concentrare la ricchezza della gente nelle mani di pochi a Roma. La società era caratterizzata dall'esercizio repressivo ed abusivo del potere. Gesù aveva un'altra proposta. Lui dice: Non così dovrà essere tra di voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra di voi, si farà vostro schiavo! Insegna contro i privilegi e contro la rivalità. Vuole cambiare il sistema ed insiste nel fatto che il servizio è il rimedio contro l'ambizione personale.
• Matteo 20,28: Il riassunto della vita di Gesù. Gesù definisce la sua missione e la sua vita: "Non sono venuto ad essere servito, ma a servire!" E' venuto a dare la propria vita in riscatto per molti. Lui è il messia Servo, annunciato dal profeta Isaia (cf. Is 42,1-9; 49,1-6; 50,4-9; 52,13-53,12). Imparò da sua madre che disse: "Ecco la serva del Signore!" (Lc 1,38). Proposta totalmente nuova per la società di quel tempo.

4) Per un confronto personale

• Giacomo e Giovanni chiedono favori, Gesù promette la sofferenza. Ed io, cosa chiedo a Gesù nella preghiera? Come accolgo la sofferenza ed i dolori che avvengono nella mia vita?
• Gesù dice: "Non così dovrà essere tra voi!" Il mio modo di vivere in comunità segue questo consiglio di Gesù?

5) Preghiera finale

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele. (Sal 30)