Omelia (20-02-2008)
Messa Meditazione
I figli di Zebedeo

Lettura
Gesù, avvicinandosi a Gerusalemme, prende in disparte i Dodici. Sa che la sua Passione, Morte e Resurrezione appariranno loro inizialmente incomprensibili e vuole aiutarli a capire. Ne riceve una risposta deludente, che però cerca di sfruttare per portarli a comprendere qualcosa di più di se stessi.

Meditazione
Il vangelo di oggi può essere schematicamente diviso in tre parti. Nella prima Cristo dice come si manifesterà la gloria di Dio in Lui: nell'essere consegnato (quindi, nel non possedersi), nell'essere condannato (nel non salvare se stesso), nell'essere crocifisso (nel lasciarsi inchiodare, pur essendo Dio, per amore). Nella seconda parte si mostra invece l'idea che l'uomo ha di gloria: potere, forza. Nella terza c'è il confronto tra i due modi di vedere e di vivere la stessa realtà: la gloria di Gesù si realizza nel servire, quella umana nel vedersi serviti e riveriti. Nonostante tre anni di convivenza con il Figlio di Dio, tre anni di "seminario" potremmo dire, ancora tanta distanza tra Lui e loro. Da un lato, questo ci fa capire quanto il nostro cuore sia superficiale, meschino, debole. Dall'altro, ci dice la grande pazienza di Cristo che si fa servo anche nell'attendere la nostra maturazione. Gesù sa che non sempre siamo abitati da rette intenzioni e che la tentazione del potere, anche nelle piccole cose, è sempre presente. Ma non pretende subito la "guarigione": ascolta le richiesta della moglie di Zebedeo e le rimostranze degli altri apostoli, non li zittisce, ma entra in quello che hanno nel cuore per portarli su un altro piano, per il quale il vero potere è non volere il potere, la vera gloria è condividere la Sua vita, la Sua morte, la Sua Resurrezione. Gesù non li ferisce con una sonora sgridata in questo caso, ma cerca di entrare nel loro intimo, parte dai loro desideri per plasmare le energie che vi trova e portarle ad un altro fine, a un modo diverso di realizzarsi.

Preghiera
Insegnami, Signore, a dare un nome ai miei desideri e a quelli delle persone che mi sono accanto. Entra tu in essi e portali tutti a te.

Agire
Mi impegnerò per capire l'altro partendo dai suoi desideri, cercando di aiutarlo ad aprire il suo cuore a Dio e ad abbandonarsi al Suo amore.


Commento a cura di Cristoforo Donadio – P. Antonio Izquierdo, LC

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