Omelia (25-02-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Come vivere questa Parola? Sostanzialmente ci colpiscono due realtà: l'intolleranza portata fino al parossismo da parte degli oppositori di Gesù che nella sinagoga ha proclamato l'identificarsi della sua persona con quella del Messia promesso. L'altro fatto che ci suscita stupore è quel suo passare in mezzo a loro e andarsene semplicemente, senza fretta né timore. Come dominando, dal di dentro della sua persona, luogo, situazione e gente che vuole la sua morte. A Gesù preme proclamare l'universalità della salvezza. Già nell'Antico Testamento è narrato del profeta Elia che durante la grande siccità è mandato a una piccola vedova che non apparteneva al popolo ebreo ma alla nazione persiana, di cui Sidone era città rinomata. Anche Naaman, il funzionario dell'imperatore, era uno straniero. Eppure proprio su lui andò l'attenzione del profeta Eliseo che lo guarì. Sono queste ampiezze degli orizzonti salvifici di Dio che ci afferrano. Così com'è il disinvolto sciogliersi di Gesù da un groviglio di aggressione e di morte, semplicemente perché ancora non era l'ora sua: quella del suo consegnarsi nelle mani degli uccisori, in suprema volontà d'amore. Oggi, nel mio rientro al cuore, mi 'riposo' interiormente presso la persona del Verbo fatto uomo; sosto in quiete contemplativa ammirando l'infinita libertà di Gesù da eventi, pericoli, addirittura minacce di morte: pienamente Dio e nobilmente, pienamente uomo che è signore di tutto ma per servire meglio tutti, dentro il più grande progetto dell'amore che è la sua vita donata per tutti. Signore, senza escludere alcuno, tu ti sei donato nel tuo mistero di morte per amore. Educami ad amare tutti, senza escludere alcuno. Parole di un dottore della Chiesa Perché il Profeta non curava i suoi fratelli e concittadini, non guariva i suoi, mentre guariva gli stranieri, coloro che non praticavano la legge e non avevano comunanza di religione, se non perché la guarigione dipende dalla volontà, non dalla nazione cui uno appartiene, e perché il beneficio divino si concede a chi lo desidera e l'invoca, e non per diritto di nascita? Impara quindi a pregare per ciò che desideri ottenere: il beneficio dei doni celesti non tocca in sorte agli indifferenti. S. Ambrogio |