Omelia (25-12-2001)
Totustuus
Omelia per il 25 dicembre 2001 - Natale del Signore (Messa del giorno)

NESSO LOGICO TRA LE LETTURE

In questa liturgia, la Parola unisce le diverse letture. La Parola di Dio si è servita di molti intermediari nel corso della storia della salvezza. Così ci informa la seconda lettura ("Dopo che Dio parlò diverse volte e in diversi modi..."), e così possiamo constatare nella prima ("Come sono belli i piedi del messaggero che annunzia la pace, che porta la buona novella e proclama la salvezza!"). Questa Parola di Dio non era un'idea, o un simbolo, ma una persona divina che ha parlato agli uomini per mezzo della creazione, della storia, e che, adesso, si fa "carne" e, senza cessare di essere Parola di Dio, comincia ad essere anche parola umana (Vangelo). Una Parola superiore a Mosè e alla Legge (Vangelo), superiore agli stessi angeli e a tutta la creazione (seconda lettura).

MESSAGGIO DOTTRINALE

La parola, nell'esperienza umana, non esiste senza interlocutore a cui dirigerla e che risponda, dando in questo modo origine al dialogo. Fin dalle origini stesse dell'umanità, Dio è entrato in dialogo con l'uomo: scende la sera nel paradiso per conversare con Adamo ed Eva...e, nonostante la risposta indegna dell'uomo, Dio non ha chiuso mai questo dialogo amoroso con l'umanità. Ancor di più, ha usato i mezzi più diversi (visioni, oracoli, castighi, profezie, promesse, benedizioni...) per non interrompere questo dialogo, e affinché la risposta dell'uomo fosse sempre meno indegna di Dio. La Parola di Dio non ha mancato né mancherà, perché Dio è fedele, e nel supremo gesto di amore e di fedeltà si incarna nell'uomo Gesù, facendosi interamente Parola di Dio in parola umana. Questa Parola di Dio non è stata mai neutra durante i secoli. È stata una Parola di amore che cercava una risposta di amore; una Parola di verità, che cercava una risposta di autenticità; una Parola interessata al bene dell'interlocutore (l'uomo); una Parola di donazione, che cercava una risposta di accettazione; una Parola di solidarietà fino all'atto estremo di farsi carne, che cercava una risposta di ringraziamento e di gioiosa accoglienza...

In questo dialogo tra Dio e l'uomo, quante volte l'uomo ha deluso Dio, ha rifiutato la sua Parola! Ma, anche, quanti uomini lo hanno accolto, e hanno corrisposto ad essa, come Maria e Giuseppe! In questi giorni di Natale, la Parola di Dio ci parla nell'umanità del Bambino Gesù. Il dialogo di Dio con noi, continua. L'umanità, ogni credente, dovrà dare una risposta. Quale?

SUGGERIMENTI PASTORALI

Noi cristiani di oggi, come tutti gli uomini in generale, siamo bombardati da migliaia e milioni di parole ogni giorno, per grazia e merito dei mezzi di comunicazione sociale (radio, stampa, telefono, televisione, internet) e in virtù della nostra condizione sociale (casa, ufficio, luogo di lavoro, parrocchia, bar, salotti...). In molti casi ci sono parole... ma non si giunge alla comunicazione: un saluto, un commento sul tempo, una domanda sul marito, la moglie, i figli, un arrivederci...e basta. In molti altri casi, ci sono parole o lettere, ma senza arrivare nemmeno in questo caso a una vera comunicazione: leggo per informazione, prescindendo da colui che scrive; ascolto la radio o vedo la TV senza molta attenzione, per sentire la sua compagnia, per 'passare il tempo' o per 'fare il tifo' per la mia squadra preferita. In questi casi, la risposta all'interlocutore è povera. Esistono anche altre occasioni in cui si ha un vero dialogo, cioè, incontro di due intimità (pensiero, cuore, volontà, sensibilità) che si aprono e si donano reciprocamente in forme e gradi diversi, secondo la relazione tra loro: sposi, amici, fratelli, compagni di lavoro o professione...

Davanti all'enorme moltiplicazione di parole che quotidianamente si ascoltano e si emettono, si corre il pericolo di prendere un atteggiamento poco serio e superficiale quando chi si rivolge a noi è la Parola di Dio. Leggiamo, ascoltiamo la Parola di Dio nella Bibbia, nella liturgia eucaristica e sacramentale, e può essere che ci 'scivoli addosso', come quando ascoltiamo e vediamo la televisione. Forse è diminuita in noi, cristiani, la coscienza che la Parola di Dio è differente da qualsiasi parola umana: Cerca e vuole raggiungere il dialogo, l'incontro, l'interpellare la coscienza, il dono della salvezza...Tutto ciò ha una grande validità nel Natale, quando la Parola di Dio si fa carne, diventa un bambino che parla con il silenzio e con la vita. Questa Parola di Dio-Bambino ci sta gridando che l'amore di Dio è meraviglioso, sorprendente, straordinariamente fedele. Che cosa risponderai a questo Bambino che interpella la tua libertà, il tuo amore, e la tua coscienza dalla grotta di Betlemme?