Omelia (04-03-2008)
Messa Meditazione
Insieme verso la Resurrezione

Lettura
Il passo che oggi la Liturgia ci propone ancora una volta ha un miracolo quale evento centrale. Gesù si reca, in giorno di sabato, a Gerusalemme: non va però diretto al Tempio, ma si ferma in un altro "Tempio", a cielo aperto, intorno alla Piscina di Betzaetà, un luogo dove i malati, gli ultimi, speravano in una guarigione. Ne sceglie uno, malato da trentotto anni, forse ormai rassegnato. Gesù si fa "pane" per quest'uomo, donandogli ciò di cui egli ha bisogno nel corpo, e nello spirito: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». A questo episodio fa eco la moltiplicazione dei pani (Gv 6,1-15), in cui quel pane che è cibo per il corpo, rimanda ad un altro Pane, quello Eucaristico, che è Cristo stesso offerto per noi.

Meditazione
Nel brano che la Liturgia ci ha presentato ieri, è il centurione ad andare incontro a Gesù e a fare una precisa richiesta. Nell'episodio che Giovanni ci racconta oggi, invece, è Gesù a chinarsi sulla povertà, sulla disperazione di quest'uomo che forse non ha più voglia di combattere, convinto com'è di non potercela fare. Gesù gli chiede: "Vuoi guarire?", sembra una domanda scontata, invece sottolinea nuovamente come la salvezza sia raggiungibile per l'uomo solo se collabora con Dio, se la vuole, se la desidera fino in fondo. Gesù è andato a risvegliarlo dal sonno provocato dal dolore, dalla solitudine, dall'abbandono, per motivarlo nuovamente ad intraprendere la strada della vita. Questo è per noi, in questo tempo di quaresima, la Parola: una chance di risveglio dal torpore provocato dalle ansie, dalle inquietudini, dalle tante cose da fare che ci bloccano nel cammino verso la Resurrezione, verso la gioia della vita vissuta con Dio e per Dio.
Gesù non si ferma davanti allo scoraggiamento, bussa con insistenza e provoca continuamente, ma non può nulla davanti alla superbia di coloro che hanno scelto, come i giudei in questo brano, di aderire ad una legge che non è più per la vita, ma per la morte, che hanno preferito un'adesione formale a Dio, chiudendo, di fatto, il cuore allo Spirito. Davanti alla guarigione di un uomo che da trentotto anni non poteva più camminare appare incomprensibile il richiamo alla necessità di rispettare il sabato. Ma la domanda per noi oggi è: «Quante volte anch'io scelgo la Legge, invece dell'amore, della carità, della misericordia, per non mettere in discussione me stesso e la mia vita?».

Preghiera
Ti chiedo, Signore, la forza di rialzarmi sempre e la fede necessaria per credere che nulla è impossibile a Dio. Amen.

Agire
Osserva la vita di Gesù e realizzala senza sconti nella tua.

Commento a cura di don Gian Franco Poli

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