Omelia (01-01-2002)
Totustuus
Omelia per il 1 gennaio 2002 - Maria SS. Madre di Dio

NESSO LOGICO TRA LE LETTURE

Una vena sotterranea unisce le letture: la signoria di Dio, che acquista la sua forma più perfetta nella pienezza dei tempi, quando Dio, per mezzo dell'incarnazione di suo Figlio, fa partecipe l'uomo della sua signoria adottandolo come figlio. Nella prima lettura per tre volte si ripete la parola Signore: "Il Signore ti benedica... il Signore faccia brillare il suo volto su di te...il Signore ti mostri il suo volto". Nel versetto precedente al testo evangelico della liturgia i pastori si dicono gli uni gli altri: "Andiamo a Betlemme a vedere ciò che il Signore ci ha annunciato", e nel v.20 san Luca commenta: "I pastori ritornarono lodando Dio perché tutto ciò che avevano visto e udito corrispondeva a quanto avevano detto loro". Infine, nella lettera ai galati non appare la parola Signore, ma il concetto: il Figlio di Dio, tramite l'incarnazione, si fece schiavo della legge perché noi, soggetti a questa legge, fossimo liberati. Nel battesimo, lo Spirito Santo è inviato ai nostri cuori per trasformarci da schiavi in figli. In quanto figli, partecipiamo della signoria di nostro Padre Dio sulla legge.

MESSAGGIO DOTTRINALE

Cominciamo un nuovo anno. È bello cominciarlo confessando la signoria di Dio. La prima lettura raccoglie una formula di benedizione, con la quale di solito terminava il culto nel tempio, dopo aver lodato il Signore per le meraviglie operate con il suo popolo. Una benedizione che unisce passato e futuro: il Signore che ha fatto tante meraviglie nella storia di Israele, continuerà a farle nella storia attuale, nella tua vita. Ti proteggerà, ti concederà il suo favore, ti darà la pace. Dio, pertanto, è Signore del passato, ma la sua signoria si prolunga anche nel futuro. In contrasto con questa signoria divina sembra stare il racconto di san Luca. L'angelo annuncia ai pastori: "Vi è nato un Salvatore, che è il Messia, il Signore". E che cosa vedono gli occhi dei pastori? Un bambino coricato in una mangiatoia. E che cosa succede a questo bambino di otto giorni? È circonciso. Nulla manifesta questa signoria, piuttosto tutto sembra porre in evidenza la sua sottomissione alla legge di un popolo cui appartiene, e alle leggi fondamentali dell'esistenza umana (cf. seconda lettura).
La verità è che il Figlio di Dio, facendosi bambino nel seno di Maria, e nascendo a Betlemme di Giuda, conserva la sua prerogativa di Signore del tempo e della storia, ma "si svuota" di essa per farsi servo della legge, e, dall'interno stesso, liberare dalla legge chi era suo schiavo: l'uomo (la legge rappresenta tutto il sistema religioso-sociale dei popoli prima di Cristo, non soltanto del popolo ebraico). L'opera di Cristo, che libera l'uomo dalla schiavitù della legge, è tutta la sua vita, ma principalmente lo è il mistero pasquale, preannunciato nel sangue sparso da Gesù nella circoncisione. Lo Spirito Santo è colui che suscita in noi, per mezzo del battesimo, la coscienza della nostra liberazione e di conseguenza della nostra condizione di eredi e signori, condizione di cui godiamo per grazia di Dio e per i meriti di Cristo (seconda lettura). Con ragione, Gesù Cristo è costituito Signore per la sua resurrezione, rivelando pienamente la signoria che possedeva fin dalla sua nascita, ma che era nascosta. Ancor di più: non soltanto Egli è Signore, ma dà agli uomini la capacità di diventare signori della legge, di se stessi, delle vicissitudini della storia.

SUGGERIMENTI PASTORALI

Non basta una visione umanista di Gesù Cristo. Nel nostro mondo, forse noi stessi poniamo l'accento, contemplando Gesù, sulla sua umanità, sui tratti che lo rendono uguale a noi, più nostro: un bambino bisognoso di tutto come qualsiasi altro bambino del mondo, un bambino appartenente a una famiglia povera come tanti milioni di bambini, nato fuori del suo popolo e della sua casa come tanti bambini di rifugiati politici o di emigranti... Tutto ciò è necessario, ma unilaterale, se non si aggiunge l'altra dimensione: la sua signoria sugli uomini, la sua condizione di Figlio di Dio. Il cirstiano vive la sua fede nella signoria di Gesù Cristo, non elucubrando grandi idee su tale signoria, ma vedendo come proclamarlo Signore nel corso di ogni giorno.
1. Cristo è il Signore del tempo. Egli me lo dà, egli me lo può togliere. Si può far riflettere qui sulla domenica, consacrata al Signore per dargli culto, riposare sanamente, convivere con la famiglia, fare opere di carità.
2. Cristo è il Signore dei grandi eventi che commuovono il mondo, e dei piccoli avvenimenti della vita di ogni uomo. Cristo è il Signore di questo lavoro che hai appena trovato, delle nozze che hai celebrato due mesi fa', del figlio che ti è nato, della riunione familiare di Capodanno.
3. Cristo è il Signore degli uomini, e come Signore desidera che gli uomini lo riconoscano come tale, compiano i suoi comandamenti. Non cerca nulla per sé, solo il bene degli uomini che, anche se è loro Signore, tratta come amici.
4. Cristo ci fa signori e vuole che ci comportiamo sempre come signori. Signoria dell'uomo su se stesso (sui suoi istinti, sulle sue passioni disordinate...); signoria sui beni di questo mondo, per usare di tutto ciò con cuore, non da schiavo, ma da signore.
5. La Vergine Maria, di cui celebriamo oggi la maternità divina, è una immagine sommamente bella e vicina della signoria di Dio su di lei e della signoria di lei su se stessa e sulle cose. Lei ricorda e medita le opere per le quali Dio l'ha guidata fino a questo momento della nascita di Gesù, così come guidò il suo popolo per le strade della storia. Lei, umile e povera, esercita signoria su se stessa avendo un cuore distaccato da ricchezze e beni temporali. Sa che Dio muove i fili della storia per mezzo degli uomini, e lo accetta ed agisce in conformità con il volere di Dio.