Omelia (15-03-2008)
Messa Meditazione
Amare e compiere il disegno di Dio su di noi

Lettura
Il vangelo di oggi, che sembra riportarci indietro rispetto al cammino di Gesù verso la croce e la Resurrezione, in realtà lo illumina ancor più. Gesù fanciullo si trova a Gerusalemme per la festa di Pasqua e qui resta, all'insaputa di Maria e Giuseppe, che invece partono. Solo tre giorni dopo i genitori lo ritrovano, nel tempio, intento ad insegnare. Maria, preoccupata per la scomparsa del figlio, chiede spiegazioni a Gesù. Forse è questa la prima volta che Giuseppe sente il figlio dichiarare di avere un altro Padre. E la parola aggiunge: «Ma essi non compresero le sue parole»; anche per Maria e Giuseppe è stato difficile comprendere il mistero della morte e della Resurrezione di Cristo. Tornano alla mente le parole di Simeone, che nel giorno della presentazione di Gesù al tempio, profetizzò il dolore di Maria (Lc 2,33-35).

Meditazione
Nel brano che la liturgia ci presenta oggi, tutto è anticipazione della morte e resurrezione di Cristo: siamo a Gerusalemme ed è la festa di Pasqua. Maria e Giuseppe perdono le tracce di Gesù per tre giorni: simbolo dell'attesa di tutti i fedeli tra la morte e la resurrezione di Cristo. Per la prima volta Gesù parla qui di un altro Padre e mette se stesso e i suoi genitori di fronte alla necessità della sua missione. Nella figura di Maria e Giuseppe smarriti dinanzi al mistero, c'è lo smarrimento di ogni fedele provocato dal dolore e dalla morte. Netta e quasi dura, invece, è la parola di Gesù: «Non sapete che devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Gesù compie nei confronti dei suoi genitori un atto di distanza, quasi di rottura per aiutarli ad accettare tutte le difficoltà che la sua missione comporterà. Questo episodio è l'ultimo che riguarda l'infanzia di Gesù, che continuerà a vivere sottomesso ai genitori fino all'inizio della sua vita pubblica. Colpisce la figura di questo padre, Giuseppe, che accetta di essere sposo vergine e padre legale, che non rivendica un ruolo per sé, ma vive la volontà di Dio fino in fondo. In questo sta la grandezza della sua persona, come la grandezza della figura di Maria non sta nell'essere madre fisicamente, ma nell'essere Madre, Sposa e Sorella di Cristo in quanto compie la volontà del Padre, ascolta la Parola e la mette in pratica (Lc 8,19-21). Siamo chiamati ad imitare Maria e Giuseppe nella loro adesione alla volontà di Dio. Sono per noi un modello concreto, perché riconosciamo in loro la sincerità del cuore, ma anche l'umanità che si angoscia, che ha paura, ma non per questo abbandona il progetto divino.

Preghiera
Ti preghiamo, Signore, di aiutarci a vivere, come Giuseppe, in modo umile e modesto la nostra vita al tuo servizio. Amen

Agire
Desidero imparare a vivere con gioia, nel posto in cui Dio mi mette ogni giorno.

Commento a cura di don Gian Franco Poli

Clicca qui se vuoi abbonarti a "Messa Meditazione".