Omelia (18-03-2008)
Messa Meditazione
Discepoli in cammino verso una fede adulta

Lettura
Si avvicina la Pasqua del Signore e, non senza turbamento, Gesù svela a Giuda i suoi stessi propositi. Nel gruppo dei Dodici la presenza di un traditore mette tutti in agitazione, e Pietro chiede a Giovanni, il discepolo che il Maestro amava, di informarsi su chi fosse il traditore. Gesù non risponde con un nome, ma compie un gesto che rivela ai presenti e allo stesso Giuda chi fosse il traditore, anche se solo Giuda conosce la natura e la gravità del tradimento. Gli apostoli non immaginano che uno di loro stia per consegnare Gesù nelle mani dei suoi assassini. Satana entra in Giuda e si affretta il cammino di Gesù verso la croce e la glorificazione. Egli annuncia agli Apostoli che tra poco non sarà più possibile stare con Lui, non potranno più seguirlo. Pietro, pieno di presunzione, afferma: «Perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te». Ma Gesù gli annuncia esplicitamente il suo tradimento.

Meditazione
In questa Settimana Santa, Gesù parla ormai apertamente e svela i pensieri e le intenzioni dei suoi discepoli. La sua consapevolezza, la sua onniscienza non lo mettono al riparo dal dolore per il tradimento di Giuda. Gesù lo lascia andare, non cerca di fermarlo, Giuda ha già preso la sua decisione per il male e Satana ora si impossessa di Lui. La figura di questo discepolo ci spinge a meditare sull'importanza di vivere la sequela di Cristo in modo radicale, senza tenere in piedi altri idoli come quelli del denaro o del potere. Era notte, annota l'evangelista, quando Giuda si allontana dalla Luce che è Cristo; in Giovanni infatti la notte, il buio, le tenebre indicano non tanto un dato realistico, ma l'assenza di Cristo. Anche gli altri apostoli sono colti dal turbamento, forse sono spaventati che Gesù possa fare il loro nome: la loro adesione, la loro Fede non è ancora adulta, matura. Pietro chiede a Giovanni di spingere Gesù a fare un nome; l'amore viene riconosciuto come la via maestra per entrare in relazione con Cristo, per riconoscerlo (Gv 21,7), per essere testimoni della sua morte (Gv 19,26 ss.) e della sua resurrezione (Gv 20,2 ss.). Uscito Giuda, Gesù si sente più libero di parlare ai suoi discepoli e di prepararli a stare senza di Lui; Pietro, a parole, si mostra pronto a seguire il Maestro dovunque, a dare la sua vita per Lui, ma Gesù annuncia il suo tradimento. Cristo ci esorta ad amarlo con i fatti, non a parole; se non siamo ancora pronti a seguirlo sulla croce, se la nostra fede non è abbastanza matura, Gesù non ci biasima, ma ci esorta a ricercare un'adesione reale alla sua Parola.

Preghiera:
Signore Gesù, aumenta la nostra fede, affinché il nostro amore per te sia proclamato dalle nostre opere, oltre che dalla nostra bocca. Amen.

Agire
Mi impegno a vivere con umiltà la parola di oggi, per imparare a seguire Cristo fin sotto la croce.

Commento a cura di don Gian Franco Poli

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