Omelia (03-03-2008)
Comunità Missionaria Villaregia (giovani)


Il brano che la liturgia di oggi ci offre è tratto dal capitolo 4° del Vangelo di Giovanni.
Ci troviamo davanti al secondo miracolo compiuto da Gesù a Cana di Galilea: nel 1° aveva cambiato l'acqua in vino, in questo secondo strappa la vita alla morte. Questo ci fa comprendere che ci stiamo avvicinando alla Pasqua, dove la vita viene definitivamente strappata alla morte per tutti gli uomini.

In questo miracolo possiamo riconoscere tre tappe del cammino di fede:

1) Una prima tappa è la fede nel potere taumaturgico di Gesù,
di cui il funzionario del re aveva sentito parlare e aveva sperato che Gesù potesse salvare suo figlio ammalato, e aveva intrapreso un viaggio faticoso, solo perché credeva nella capacità di Gesù di fare miracoli.
Gesù però mette il funzionario all'erta dal pericolo di una fede così imperfetta. "Se non vedete segni o prodigi, voi non credete". E' vero, anche noi spesso se non vediamo non crediamo, siamo sempre un po' alla ricerca del fatto miracolistico, c'è molta gente che va là dove ci sono i miracoli. Nello stesso Vangelo di Giovanni, alla fine, dopo la risurrezione, Gesù dirà a Tommaso, un altro che aveva bisogno di vedere e toccare: "Beati quelli che crederanno senza aver visto".

2) Ma il funzionario non si disarma dinanzi all'ammonimento di Gesù ed insiste: "Signore, scendi prima che il mio bambino muoia". E' proprio della fede non scoraggiarsi e Gesù ci fa fare un secondo passo nel cammino della fede: "Va', tuo figlio vive". Troviamo qui la frase centrale di questo brano: Credere alla Parola di Gesù. "Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino".

3) Vi è poi la terza tappa del cammino di fede: Credere alla parola della Comunità che mostra la Presenza del Dio vivo. E' un particolare che sfugge in questo brano: "Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: "Tuo figlio vive!". Sono le stesse parole di Gesù, annunciate da chi ha fatto esperienza della Presenza del Dio Vivo. Loro non hanno visto Gesù, non hanno ascoltato la sua Parola, ma hanno visto la sua Presenza viva nella guarigione di questo bambino ammalato e corrono a testimoniarlo: "e tutta la famiglia credette!".

In Missione è facile incontrare nei poveri persone che credono alla Parola di Gesù, proclamata dal missionario e credere in un Gesù che si rende presente vivo nel Sacramento. Ricordo durante una catechesi familiare in Perù, una coppia: avevano una bambina di appena un anno molto ammalata, senza che si comprendesse la sua malattia. I genitori avevano già speso molti risparmi per le medicine e visite da medici specializzati senza ottenere risultato. La bambina diventava sempre più grave, da mesi era tormentata da una febbre e il suo corpicino era ormai consumato, il colorito spento, un odore acre veniva dalla sua pelle. Avevo suggerito ai genitori di battezzarla il sabato successivo, perché ricevesse almeno quel primo Sacramento della vita. Con molta fede hanno partecipato al Battesimo, certi che in quel Sacramento avrebbero incontrato Gesù e a lui hanno affidato la loro piccola Patrizia. La domenica sono venuti alla celebrazione della Messa con la Bambina, non sembrava più la stessa, guarita dalla febbre, aveva ripreso colore, sorrideva, era piena di vita. Non finivano più di ringraziare per il dono del Battesimo. E questa fu una grande testimonianza per tutta la Comunità cristiana.

Parola chiave: Aver fede è credere alla Parola.