Omelia (06-03-2008) |
Comunità Missionaria Villaregia (giovani) |
La parola del Vangelo di Giovanni oggi ci aiuta a fermarci sul valore della testimonianza. Oggi la parola testimonianza ha un significato più limitato di un tempo. Per noi oggi la testimonianza è legata alla legge, al tribunale, al giudizio... Però se pensiamo bene, tutta la nostra vita si basa sulla testimonianza di altri. Il bambino è continuamente testimone di ciò che fanno i genitori e opera di conseguenza. Il futuro è testimone di ciò che il passato ha compiuto nella storia e questo processo ci vede continuamente testimoni gli uni degli altri. Diceva bene Paolo VI: "Il mondo oggi ha più bisogno di testimoni che di maestri", la testimonianza ha un valore pedagogico molto grande, è senza dubbio il più grande insegnamento. Oggi, però, siamo dei testimoni distratti di ciò che avviene, o dei testimoni senza memoria, perché continuiamo a ripetere gli sbagli delle generazioni che ci precedono. I mezzi di comunicazione sono spesso testimoni del male che avviene nel mondo, poco lo sono del bene. Abbiamo invece bisogno di essere testimoni del bene per costruire insieme la pace, la fraternità, la giustizia. Come cristiani dobbiamo essere testimoni, come il Figlio dell'amore del Padre. E' lui che ci chiama, che ci invia nel mondo per essere testimoni del suo amore. Il testimone è, come dice Giovanni nella sua prima lettera, colui che ha "visto, toccato, contemplato". E' importante allora fare esperienza dell'amore di Dio, esperienza di bene, esperienza di pace, esperienza di fraternità, di giustizia per testimoniare come dice il Vangelo di oggi che il Padre ci ha inviato: "Le opere che il padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha inviato." Vorremmo ricordare la testimonianza fino al dono della vita di tanti missionari e missionarie, di tanti uomini di buona volontà. Potremmo raccontare la storia di tanti, ora mi viene in mente il Dott. Yafat un medico gastrointerologo che lavora nel Centro Medico della nostra missione di Lima in Perù, una struttura sorta come risposta alle urgenze della grave situazione sanitaria: più dell'80% degli abitanti del territorio svolge lavori con un salario molto basso senza diritto all'assistenza sanitaria. Il centro riesce a garantire l'assistenza a circa 2000 persone al mese, in una zona colpita ancor oggi per l'80% dalla tubercolosi. Attualmente il centro si sostiene anche grazie alla disponibilità di medici e infermieri volontari. Il Dott. Yafat è uno di questi. Ha il suo studio in uno dei quartieri "alti" di Lima, ma da alcuni anni sta offrendo il suo tempo e le sue prestazioni presso il Centro Medico della Missione. Ogni giovedì mattina arriva puntuale alle 7.30 e si ferma fino alle 13.00. E' amato e apprezzato dalla gente che lo riconosce "capace di fare miracoli", tanta è la sua competenza. Il miracolo più grande, però, è la sua disponibilità a servire i più poveri. Un giorno ero stata a trovare Teodoro, un uomo che viveva in una baracca della nostra missione di Lima, lo stavamo assistendo per via di una ustione alle gambe, in seguito all'incendio che aveva subito la sua baracca. Viveva da solo, con pochissime cose, frutto della solidarietà dei vicini. A livello materiale non aveva nulla, però era ricchissimo di umiltà e di bontà. La gioia di ricevere una visita illuminava sempre il suo volto. Per fare gli onori di casa ed esprimere la sua gratitudine ogni volta tirava fuori un libretto giallo: un piccolo Vangelo. Non possedeva nulla, né un biscotto, né un thè, né un bicchiere d'acqua... ma sapeva leggere ed offriva nel piatto d'argento della sua povertà un brano del Vangelo a tutti coloro che lo visitavano, un regalo prezioso, perché nella Parola Lui sentiva viva la Presenza di Gesù. E ogni volta che si usciva dalla sua baracca ci si sentiva inondati di gioia, di luce per aver ricevuto un dono prezioso. Parola chiave: Se voglio essere un cristiano devo essere un testimone. |