Omelia (05-03-2008) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Facendosi uguale a Dio L'evangelista San Giovanni, con naturalezza e profondità ci dona la rivelazione di Cristo come Figlio del Padre. La sua esperienza umana, accanto a Gesù, è stata vissuta non nell'orizzonte dell'immediato sensibile ma nel rapporto di Cristo-Padre, nello Spirito. Il Vangelo scritto da San Giovanni ha come elemento essenziale questo rapporto con Gesù, come partecipazione al legame profondo e trinitario. San Giovanni, che ha vissuto in piena comunione ed intimità con Gesù riconosce la presenza di un mistero che va ben oltre la sua capacità intellettiva. È un mistero che è vissuto nella sua completa naturalità. Il Figlio dona per noi la vita del Padre. È un dono di amore che rifulge nel mistero pasquale e che è condiviso per noi nell'umanità del Figlio Incarnato. San Giovanni riconosce che Cristo è il Figlio, non in base a ragionamenti intellettuali ma come il necessario effetto della sua esperienza umana, esperienza di amore profondo. La fede ci dice che Gesù è il vero uomo e il vero Dio in un mistero inscindibile. La fede però per noi non dovrebbe essere un dato esterno, quasi imposto o soltanto culturale, ma deve nascere dal nostro rapporto personale con Gesù. È un rapporto di amore che si nutre ed alimenta il nostro rapporto di amore verso il nostro prossimo. Non vergogniamoci di dimostrare il nostro amore, proclamiamolo nella semplicità e nella discrezione della nostra vita. |