Omelia (20-03-2008)
Comunità Missionaria Villaregia (giovani)


Siamo nel contesto della Santa Cena: l'Eucaristia è un pezzo di pane e un po' di vino che diventano, per volontà del Padre, nella potenza dello Spirito Santo e grazie alla libera e radicale consegna del Figlio, il corpo e il sangue del Cristo, vero uomo e vero Dio.

Un pezzo di pane e un po' di vino: niente di più semplice di cui poter disporre, qualcosa che non fa paura poiché rientra nella normalità della nostra esperienza. Se pane e vino sono a nostra misura, smisurato e sconvolgente, invece, risulta l'amore di Dio donato fino a farsi alimento di vita per noi.

Il Pane della vita ci consegna, realizzandola in noi, la sintesi dell'amore, il suo compimento e l'unità. L'Eucaristia è il corpo di Cristo, vale a dire presenza del Signore vera, reale e sostanziale, unica nel suo genere. Per volontà del Padre, principio ultimo di ogni dono, lo Spirito unisce alla misera realtà temporale di un po' di pane e di un po' di vino la realtà divina del Cristo, ardente del desiderio di consumare la sua Pasqua in noi, per la glorificazione del Padre. Il suo corpo di uomo-Dio si fa cibo perché la nostra umanità si divinizzi.

Gesù Eucaristia trasforma tutto l'uomo in un vivente tabernacolo eucaristico, in quanto intende fare di tutto il nostro essere e di tutta la nostra vita una adorazione perpetua.

Gesù Eucaristia vuole trasformare ognuno di noi in se stesso, immergendoci nell'adorazione trinitaria, facendosi Lui adoratore in noi e noi in Lui adoratori del Padre nello Spirito. Egli si strugge nel desiderio di fare di ogni uomo, nella sua unicità e originalità, un santuario vivente del Dio trino!

Pur con le debite distinzioni, possiamo affermare che analogamente a come lo Spirito nel seno di Maria ha realizzato "l'unione ipostatica" tra la carne umana e la divinità del Verbo, così lo stesso Spirito, in forza del Pane della vita, realizza in ognuno di noi l'unità tra la creaturalità e la divinità. Inoltre, in questa stessa unità ci articola e ci fonde come membra dell'unico corpo, rendendoci insieme il corpo mistico di Cristo che ritorna al Padre, nella gloria.

Mediante il dono del Pane disceso dal cielo, la Trinità, viene ad abitare in noi e ci porta in sé. Il Cristo ha piena coscienza di non venire da solo e per questo dichiara: "Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo" (Gv 8,29). Questo significa che dove c'è il Figlio è sempre presente anche il Padre, ma, con il Padre e il Figlio, è immancabilmente presente anche lo Spirito Santo.

Allora, quando riceviamo l'Eucaristia, presenza reale di Gesù, tutta la Trinità viene a dimorare in noi: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23). La nostra anima resa santuario della Trinità diviene testimone delle indicibili meraviglie che le tre Persone divine operano in lei.