Omelia (06-04-2003)
don Mario Campisi
Una pretesa del tutto legittima

"Vogliamo vedere Gesù...".

Ritengo che sia la richiesta più urgente del mondo d'oggi nei confronti dei cristiani. E tocca a noi soddisfare a questa pretesa legittima. Noi dobbiamo essere in grado di coinvolgere anche gli altri in questa affascinante avventura.

La vita cristiana o è manifestazione di Dio, oppure è piatta accademia spirituale, squallida catena di montaggio di opere più o meno pie.

Tu che ti senti lanciato in questa avventura; tu che ti sei giocato la vita per questa perla preziosa, adesso tira fuori ciò che hai trovato.

C'è qualcuno che attende: "Vogliamo vedere Gesù...".

Il mondo d'oggi va fiero delle sue scoperte. Progredisce, corre, accorcia le distanze...

L'uomo moderno corre, corre troppo, è divorato dalla smania della velocità. Ma in questa corsa ha dimenticato parecchie cose importanti: lo spirito, Dio, la preghiera, la contemplazione, la meraviglia, l'attenzione, gli ideali.

Ha dimenticato anche se stesso. Ha smarrito la propria identità. Non sa più dove va e perché.

L'uomo è diventato smemorato, sbadato insoddisfatto.

Gli manca qualcosa. Ha bisogno di tutto ciò che il denaro non può dare. E siccome l'uomo pare non avvertire più ciò che ha perduto, tocca a noi renderlo cosciente di ciò che ha smarrito.

Si tratta di ridargli la voglia di Dio!!!

L'uomo deve tornare ad essere creatura di desiderio. Ma non la pretesa di insegnare Dio.

"Vogliamo vedere Gesù". Dovete mostrarcelo non dimostrarcelo.

Non si insegna Dio. Lo si racconta.
Non si discute su Dio. Lo si manifesta.

Perciò la virtù principale della vita cristiana penso che sia la sua trasparenza.

"Beati i puri di cuore perché vedranno Dio". E' la purezza che riesce a fare riflettere l'immagine autentica di Dio.

L'uomo oltre tutte le comodità della vita, possiede, nella profondità del suo essere, qualcosa di molto prezioso: il marchio di fabbrica, la cicatrice di Dio.