Omelia (28-03-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Gv 21,12-13 Dalla Parola del giorno Gesù disse loro: "Venite e mangiate". Si avvicinò, prese il pane e lo diede loro e così pure il pesce. Come vivere questa Parola? Tutta la pagina del vangelo odierno profuma di primavera. Ti sembra di essere sulle sponde del lago dove il mistero di Gesù risorto traluce nei tratti della più squisita umanità e tenerezza. E la nota dominante è la semplicità. Gesù ha preparato del pane e del pesce. È semplice, familiare l'invito: "Venite e mangiate". Così come lo sono il suo avvicinarsi, prendere il pane e il pesce porgendolo loro. È evidente che Gesù non appare, da risorto, nello splendore della gloria che lo ha fatto risuscitare dalla morte. Le sue apparizioni, prima di salire al cielo, sono all'insegna della semplicità com'è stato detto, ma vale la pena di sottolinearlo. Anche perché è proprio questa scelta del Signore quella che c'insegna a riconoscerlo non solo in momenti privilegiati di grandi esperienze religiose, ma dentro il quotidiano. Gesù è qui che mi porge se stesso nel pane e nel pesce, simbolo della sua presenza eucaristica. Ma è pure qui a trattare familiarmente, secondo le consuetudini della convivialità e dell'amicizia. Gesù è qui nel fratello, nella sorella che, proprio con la sua diversità, mi arricchisce e mi è occasione di scorgere, nella fede, il volto del mio Signore e mio Dio. Oggi, nella mia pausa contemplativa, rifletterò sull'importanza di vestire il mio quotidiano non come un abito vecchio ma come la novità di Cristo che è con me, che incontro proprio in ogni fratello, in ogni situazione Signore Gesù, tu sei qui. Che stoltezza cercarti chissà dove! Accresci la mia fede perché io ti veda anzitutto nelle persone che mi vivono accanto e poi in tutti, in tutto. La voce di un poeta È curioso vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore. Giacomo Leopardi |