Omelia (01-04-2008)
Messa Meditazione
Accogliere la testimonianza del Figlio

Lettura
Il testo del vangelo di oggi presenta la conclusione del dialogo di Gesù con Nicodemo (vv. 7b-12) e un monologo di Gesù (vv. 13-15). Nel dialogo, Gesù ribadisce la necessità della rinascita «dall'alto» (v. 7b) e ne indica il carattere misterioso, ricorrendo a un'analogia basata sul doppio significato del termine rûă h – pneûma: spirito e vento (v. 8). In seguito alla domanda di Nicodemo, sulla modalità e sulla possibilità dell'evento (v. 9), Gesù, insieme a un rimprovero, al «maestro d'Israele» (v. 10), rivolge parole di rivelazione del mistero, di testimonianza (vv. 11-12). Il monologo, invece, riguarda l'ascesa, l'innalzamento del Figlio dell'uomo (vv. 13-14), e il dono della vita eterna per il credente che a lui aderisce (v. 15).

Meditazione
Il richiamo di Gesù, sulla non accoglienza della sua testimonianza, costituisce al tempo stesso un decisivo invito all'accoglienza di questa. Siamo chiamati ad accogliere la testimonianza di Gesù, che parla della necessità della nascita dallo Spirito, della vita eterna, delle «cose del cielo» (v. 12). Tale accoglienza comporta l'adesione a Lui, sorgente della vita, «innalzato» (v. 14). Il dono che Dio fa ad ogni uomo che accoglie la testimonianza del Figlio, è lo Spirito Santo, l'amore fra il Padre e il Figlio, la vita stessa di Dio. Nel brano evangelico, lo Spirito è presentato come il vento (v. 8) che muove e vivifica tutto, il misterioso respiro di Dio sull'universo. Nessuno lo vede, eppure ognuno ne avverte gli effetti e lo sente risuonare in tutte le cose. Il Vento divino opera in chi è generato dallo Spirito e si rende visibile negli effetti che produce. La prima lettera di Giovanni afferma che le caratteristiche dei figli di Dio sono il loro distacco dal peccato, la loro santità (cfr. 1Gv 3,9) e il loro amore verso i fratelli (cfr. 1Gv 4,7). Il rimprovero a Nicodemo (cfr. v. 10) ha fatto notare a sant'Agostino che l'accoglienza della testimonianza e la nascita mediante lo Spirito non sono possibili se non nell'umiltà: «il Signore non è forse vicino ai cuori spezzati? Nicodemo era fiero della sua scienza. Gesù lo spoglia di questo orgoglio, affinché possa nascere nello Spirito». L'abbassamento nell'umiltà permette al credente di essere coinvolto nel cammino del Cristo umile, la cui croce è diventata ascesa al cielo. L'umiltà costituisce per il credente la «discesa verso l'alto» (S. Gregorio di Nissa).

Preghiera:
Signore Gesù, concedimi di non dare per scontata la mia accoglienza della tua testimonianza, la mia adesione a te. La potenza dello Spirito Santo disperda quanto mi impedisce di donarmi completamente a te e mi coinvolga sempre di più nel tuo cammino.

Agire:
Farò, durante la giornata, degli atti di fede, pensando all'accoglienza della testimonianza di Gesù, all'adesione a lui.

Commento a cura di don Nunzio Capizzi

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