Omelia (04-04-2008) |
Messa Meditazione |
Il pane della vita Lettura Il brano, nei vv 1-4, presenta i personaggi (Gesù, la folla, i discepoli), il luogo (sul monte) e il tempo («era vicina la Pasqua»). Il dialogo tra Gesù, Filippo e Andrea prepara la lettura del segno (vv. 5-10). I vv. 11-13 raccontano il segno, il dono del pane, con un chiaro riferimento alla cena del Signore: Gesù prende il pane, rende grazie e lo distribuisce; la gente mangia ed è sazia, mentre i discepoli sono invitati a radunare il sovrappiù. I vv. 14-15 mostrano l'equivoco delle folle: hanno mangiato il pane, ma non hanno capito il segno. Perciò scambiano Gesù per un fornitore di pane e vogliono farlo re. Meditazione Per Gesù, il popolo che lo segue e che viene a lui è un'invocazione a mostrarsi come il "pane" che placa ogni fame. L'uomo ha la vita, ma non è la vita. La sua vita non è sua: viene da un altro e si mantiene con altro da sé, con il pane. Non si tratta, però, di un pane che si compra e che si vende, ma di un "pane" che si riceve nella fede. La domanda con cui Gesù mette alla prova Filippo e la successiva gratuita distribuzione dei pani e dei pesci spingono a pensare alla priorità dell'azione divina, al dono della vita da parte del Figlio che ha in sé, come dono, la vita del Padre. Il dono divino è sovrabbondante, i pani avanzano. Il "pane" che Gesù dona non è soltanto quello che basta per la razione quotidiana, ma anche quello in sovrappiù che va conservato per il sabato (cfr. Es 16,21-22), per il giorno di Dio, per il giorno dell'intimità con lui. Di questo "pane", «che dura per la vita eterna», Gesù vuol suscitare il desiderio, perché si possa aver fame non del solo cibo «che perisce» (cfr. Gv 6,27). La folla, però, non capisce questo. Essa pensa che, avendo Gesù come re, potrà mangiare a sazietà il pane «che perisce». Gesù vince la tentazione di diventare re (cfr. Lc 4,5-8), ritirandosi sul monte, in intimità con il Padre. Cerca la sua gloria e non la propria (cfr. Gv 5,44). Nel momento della moltiplicazione dei pani, la folla non può udire una frase che invece sentì bene Pilato: «Il mio regno non è di questo mondo» (Gv 18,36). Preghiera: Signore Gesù, tu hai avuto compassione della folla che ti seguiva e per essa hai moltiplicato gratuitamente il pane. Volgi il tuo sguardo alle folle che anche oggi, in qualsiasi modo, ti seguono, continuando a cercare il "pane della vita". Apri i loro occhi perché possano vedere il tuo dono sovrabbondante e aumenta in loro il desiderio del "pane che non perisce". Agire: Come il ragazzo del vangelo, oggi, cercherò di mettere gratuitamente nelle mani del Signore e in quelle dei fratelli un mio dono, un mio bene, i miei pani e i miei pesci. Commento a cura di don Nunzio Capizzi Clicca qui se vuoi abbonarti a "Messa Meditazione". |