Omelia (31-03-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Luca 1,26-38 Dalla Parola del giorno Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga do me quello che hai detto. Come vivere questa Parola? Gli evangelisti non si dilungano molto nel parlarci di Maria. Poche pennellate, brevi frasi che, tuttavia, ne rivelano i tratti essenziali. Sono Matteo e Luca a introdurla nei loro vangeli, legandola all'infanzia di Gesù. Da loro sappiamo che il suo nome è Maria, ma la sua identità profonda è da ricercare oltre: nel suo essere 'madre'. Non a caso Giovanni la indicherà esclusivamente con questo nome, mentre porrà sulle labbra di Gesù l'appellativo di 'donna'. Ecco, Maria è la donna per eccellenza, il frutto più sublime della 'nuova creazioné, preventivamente raggiunta dall'azione redentiva di Cristo. In lei, l'umanità che si era persa nei vicoli oscuri del peccato, venendo meno a quel rapporto d'amore con Dio che tutta la Bibbia definisce 'sponsale', ritrova la 'verginità' perduta, mirabilmente coniugata con la maternità. Donna vera, e quindi madre totalmente spalancata all'accoglienza. Per questo la Parola può slanciarsi in lei e prendere carne. Per questo ogni umano bisogno la trova sollecita al suo fianco. Donna che indica il cammino verso la realizzazione piena in quel: "eccomi" che ha ritmato i suoi passi lungo la sua non facile esistenza. Oggi, nella mia pausa contemplativa, rimuoverò quell'alone di grandiosità che ha fatto di Maria una creatura infinitamente lontana da noi, irraggiungibile e quindi inimitabile. Proverò a chiamarla semplicemente 'mamma' e ad affidarmi a lei perché mi insegni a vivere momento per momento il suo "eccomi". Insegnami, o Madre, a percorrere la via dell'abbandono gioioso a Dio e del dono generoso ai fratelli. La voce di un padre spirituale del monachesimo rumeno Quando vedi l'icona della Madre di Dio con Cristo bambino nelle sue braccia, sai che cosa vedi? Il cielo e la terra! Il cielo è Cristo, lui che è più alto dei cieli, il creatore dei cieli e della terra. E la Madre di Dio rappresenta la terra, perché è della nostra stirpe. Padre Cleopa di Sihastria |