Omelia (28-04-2008)
Messa Meditazione
Lo Spirito guida i discepoli

Lettura
Il brano, che contiene il terzo detto giovanneo sul Paraclito, si apre con il riferimento all'unica testimonianza resa all'esterno, cioè a destinatari diversi dai discepoli, dallo Spirito Santo e dai discepoli stessi, che sono stati con Gesù «fin dal principio» (15,26-27). Richiamando il tema dell'odio e delle persecuzioni, il testo mostra come le parole di predizione di Gesù hanno lo scopo di far superare lo scandalo – cioè la messa in pericolo della fede – nell'esperienza della sofferenza del giusto (16,1.4). Mediante il ricordo di quelle parole, i primi credenti potranno conservare la fede, nella dura esperienza dell'esclusione dalle sinagoghe e dell'uccisione in nome di Dio, perpetrate da quanti ignorano il Padre e il Figlio (16,2-3).

Meditazione
I discepoli di ieri e di ogni tempo, come è stato notato a proposito del brano evangelico (Gv 15,18-21) di sabato scorso, a causa della testimonianza, devono sopportare l'odio e la persecuzione del mondo. La loro testimonianza, tuttavia, non proviene soltanto da loro.
Il testimone di Gesù, infatti, è il Paraclito. Egli continua quella testimonianza che Gesù aveva reso mediante le sue opere (cfr. Gv 5,36; 10,25). Lo Spirito Santo, però non può parlare direttamente al mondo, ma deve servirsi dei discepoli, precisamente, della testimonianza dei discepoli. La testimonianza dei discepoli, in altri termini, è l'espressione della testimonianza dello Spirito. In particolare, nel contesto, emerge proprio la funzione del Paraclito, che assiste e soccorre nel processo. I discepoli saranno chiamati in giudizio, per «rendere testimonianza» davanti ai giudici e, in quell'ora, «sarà dato» ad essi ciò che devono dire, perché il Paraclito parlerà per bocca loro (cfr. Mc 13,9.11). Mt 10,20 chiarisce come, nell'interrogatorio giudiziario, «non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi».
I discepoli, inoltre, possono testimoniare in quanto sono stati con Gesù «fin dal principio». Nella 1Gv 1,2; 4,14, la testimonianza rimanda alla predicazione e al "vedere" che l'autorizza. Si tratta dell'esperienza dei testimoni diretti dell'attività terrena di Gesù. Il «principio», tuttavia, non va inteso soltanto nel senso cronologico, come punto di partenza temporale, ma vuole mettere in rilievo l'origine di tutta la predicazione, nella comunione permanente con Gesù, con colui che è fin dal principio (cfr. 1Gv 1,1; 2,13).

Preghiera:
Gesù, rendici tuoi testimoni nella permanente unione con te e nel servizio alla potenza dello Spirito Santo. Il Fuoco divino ci doni il coraggio e renda ardente la nostra parola.

Agire:
Non mi tirerò indietro, in un'occasione che mi si presenterà per testimoniare la fede.

Commento a cura di don Nunzio Capizzi

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