Omelia (29-04-2008) |
Messa Meditazione |
L'attesa dello Sposo Lettura Il testo, prescritto per la festa odierna di santa Caterina, vergine e dottore della Chiesa, parla di dieci vergini, in attesa dello sposo con la sposa e dell'inizio della festa nuziale. Esse sono divise in due gruppi: cinque stolte e cinque prudenti. Le stolte, diversamente dalle prudenti, non hanno previsto la possibilità del ritardo dello sposo e, quindi, non hanno pensato di portare con sé una scorta d'olio. Svegliate dal sonno, a motivo dell'annuncio dell'arrivo degli sposi, le dieci vergini mettono in ordine le loro lampade. Nel fare questo, le stolte constatano che le loro lampade minacciano di spegnersi. È troppo tardi: devono subire le conseguenze del loro comportamento stolto, fino a trovarsi davanti alla porta chiusa della casa, dove gli sposi sono entrati, accompagnati dal corteo illuminato con le lampade delle sole vergini prudenti. Quella porta, per le stolte, non si aprirà! La parabola si conclude con un'esortazione all'attesa vigilante. Meditazione Santa Caterina è il modello di una vita improntata all'attesa vigilante dello Sposo. L'Antico Testamento contiene una tradizione che identifica Dio con lo sposo di Israele. Per esempio, a Gerusalemme viene detto che «tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome» (Is 54,5) e, al popolo di Dio, che «in quel giorno [...] mi chiamerai Marito mio» (Os 2,18). Nel Nuovo Testamento, lo sposo è Gesù (cfr., ad esempio, Mt 9,15; Gv 3,29). Lo sposo della parabola è, quindi, il Figlio dell'uomo. Le dieci vergini diventano modelli rispettivamente negativi e positivi di comportamento nei confronti della sua venuta. Le vergini, per andare incontro allo Sposo, devono uscire, devono compiere un esodo. L'esistenza umana è una continua uscita: ha inizio quando si esce dal grembo della madre, prosegue nell'uscire verso ciò che continuamente diventiamo e culmina nell'uscire dalla vita terrena per incontrare la nostra vita, «nascosta con Cristo in Dio» (Col 3,3). Il nostro futuro, quindi, è l'incontro con lo Sposo; ma questo si realizza per chi vive di quell'olio che rimane in eterno. L'olio è simbolo della luce eterna. La vita dell'eterno incontro tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, delle tre Persone nell'unità, è nella luce inaccessibile. In questa vita l'accesso è aperto per chi, istruito dalla grazia, aspetta la beata speranza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo (cfr. Tt 2,12-13). Preghiera: «O Trinità [...]; tu lume, dona a noi lume [...]. Dio eterno, si dissolva la nuvila nostra, acciocché perfettamente cognosciamo e seguitiamo, in verità, la verità tua (S. Caterina). Agire: Mi esaminerò sulla mia attenzione e attesa riguardo all'incontro quotidiano con il Signore. Commento a cura di don Nunzio Capizzi Clicca qui se vuoi abbonarti a "Messa Meditazione". |