Omelia (03-04-2008)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento At 5,29

Dalla Parola del giorno
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini".

Come vivere questa Parola?
Non è passato molto tempo dai terribili giorni della passione che hanno visto gli apostoli pavidamente asserragliati nel Cenacolo, in preda alla paura di restare a loro volta coinvolti nella vicenda del Maestro.
Ed ora che il Maestro non è più tra loro a sostenerli con la sua parola, eccoli sfidare coraggiosamente la forza pubblica, non solo tornando ad annunciare il Risorto nel tempio, ma anche dichiarando apertamente, in tribunale, la propria volontà di non desistere, nonostante le pressioni e le minacce.
Un cambiamento radicale, che solo riandando alla parola di Gesù: "Riceverete forza dallo Spirito Santo per essermi testimoni", si può capire.
La testimonianza cristiana non è frutto di una personale decisione o di particolari doti umane, ma della presenza operante dello Spirito Santo, dono del Risorto concesso ad ogni battezzato.
Non si tratta allora di un optional, o di una missione affidata a una determinata categoria di credenti (sacerdoti, religiosi...). Basta essere battezzati, che è come dire: "abitati dallo Spirito Santo", per essere anche dei 'mandati'. Le donne che tornano gioiose dal sepolcro, gli apostoli che annunciano il Risorto, oggi, siamo noi.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi lascerò interpellare dal Maestro che mi invita ad essere più coraggioso nell'assumere un comportamento maggiormente aderente al credo che professo. Prenderò poi la ferma risoluzione di testimoniare con la vita la mia fede nel Risorto.

La certezza della tua resurrezione, impregni, Signore, le mie giornate, trasfigurando il lavoro in cooperazione alla tua opera restauratrice, il dolore in partecipazione alla tua croce, la gioia in annuncio della tua costante presenza di Risorto.

La voce di un testimone di oggi
Tu, Cristo, offri un tesoro di vangelo, deponi in noi un dono unico, quello di essere portatori della tua vita, Ma, affinché sia evidente che lo splendore viene da te e non da noi, hai posto quel dono insostituibile in vasi d'argilla, in cuori poveri; tu vieni a prendere posto nella fragilità dei nostri esseri, proprio lì e non altrove. Allora, senza che sappiamo come, tu fai di noi, così sprovvisti e vulnerabili, l'irradiazione della tua presenza in mezzo agli uomini.
Frère Roger di Taizé