Omelia (05-04-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento At 6,1 Dalla Parola del giorno "Mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana". Come vivere questa Parola? Nulla di idealistico nella comunità primitiva: c'è l'attenzione verso le vedove, documentata da quel "distribuzione quotidiana", ma si rilevano parzialità, discriminazioni e conseguente malcontento. È l'esigenza di un cammino di purificazione che non dispensa nessuno. Anche la Chiesa, e nel suo seno ogni singolo cristiano, riscontra in sé il tarlo del male da cui liberarsi quotidianamente. Non a caso, il concilio Vaticano II parla di Chiesa santa e sempre bisognosa di purificazione. Il prenderne atto è un gesto di onestà e segna il primo indispensabile passo per correggere la rotta. Dalla constatazione di un male reale prende vita un'istituzione salutare che mette nuovamente in auge il fondamentale principio cristiano del servizio: il diaconato. Nella storia della Chiesa è sempre stato così: le molteplici opere di carità che ne hanno ritmato il passo lungo i secoli, in fondo non sono state altro che la risposta a situazioni di disagio e anche di peccato, riscontrate in se stessa o nella società circostante. Così nel passato, così oggi, in questa nostra tormentata epoca. Pensiamo all'opera svolta da testimoni del nostro tempo recentemente scomparsi e a quanti ancora si impegnano, pagando di persona, perché l'amore fraterno trionfi. Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi ripeterò la celebre frase: se questi e quelli, perché non io? Perché limitarmi ad ammirare e non lasciarmi invece sollecitare? Signore Gesù, tu hai detto di non essere venuto a giudicare, ma a salvare il mondo. Ora è a me che chiedi di assumere questo atteggiamento. Liberami dal giudizio e dalla condanna facile e a aiutami a cogliere nelle cose che non vanno il tuo appello a servire. La voce di una giovane donna ebrea A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzettino di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi. Etty Hillesum |