Omelia (09-04-2008)
Comunità Missionaria Villaregia (giovani)


La risurrezione ci regala la vita eterna. "Dio ha creato l'uomo per l'immortalità - dice il libro della Sapienza - la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo". L'uomo respinge la morte e prova verso di essa un insopprimibile rifiuto. Quando nasce un uomo si possono fare su di lui tutte le ipotesi: "Sarà bello, sarà brutto; sarà ricco, sarà povero; sarà intelligente o forse no, ma di nessuno si dice: "Forse morirà, o non morirà." Per ogni uomo vi è la certezza della morte. Nello stesso tempo vediamo che il più potente istinto nell'uomo è il rifiuto alla morte. Se si potesse udire il grido silenzioso che sale dall'umanità intera si ascolterebbe l'urlo tremendo: "Non voglio morire!"
L'uomo della società moderna ha deciso di rimuovere il pensiero della morte, di far finta che non esista, o che esista solo per gli altri, ma non per sè. Abbiamo narcotizzato il pensiero della morte: progettiamo, corriamo, ci esasperiamo per cose, come se ad un certo punto non dovessimo lasciare tutto. Pensiamo a come è stata esorcizzata la paura della morte nell'ambito familiare: il defunto non muore più in casa, non lo si veglia più. Abbiamo paura di guardare alla morte come a qualcosa che fa parte della stessa natura umana. Anche questo, in fondo, è il grido silenzioso dell'uomo che anela alla vita eterna.
Heidegger dice: "L'uomo non può vivere se non morendo. Ogni minuto che passa è un frammento che viene bruciato nella nostra vita." Il detto: Muoio ogni giorno un po', è vero alla lettera.
Come porci dunque da cristiani dinnanzi alla morte? La Parola oggi ci viene data come una luce speciale: "Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno." La volontà del Padre è la vita eterna per ogni uomo. Cristo ha punto il pungiglione della morte e ha ridonato all'uomo l'immortalità. Così la morte costituisce veramente il vertice del divenire del mondo, l'origine della vita eterna.