Omelia (07-04-2008)
Monaci Benedettini Silvestrini
Procuratevi il cibo... quello che dura per la vita eterna

La folla si dirige verso Cafarnao e si meraviglia di trovare già Gesù di là del mare. Non intende veramente chi potrebbe essere. Non intende neppure la straordinaria e l'imprevista moltiplicazione dei pani e dei pesci di cui si erano cibati. Cercano Gesù, perché sono stati materialmente nutriti e, Gesù al contrario li invita ad andare oltre il segno, a darsi da fare per procurarsi non un cibo che perisce, ma il nutrimento vivo di cui quello mangiato è stato solamente un'immagine e che il Figlio dell'uomo darà loro. Gesù insinua fin da ora il dono di un altro alimento "per la vita eterna"; esso sarà dato da colui che il Padre ha confermato con "il suo sigillo". Egli si presenta così il consacrato, l'inviato dal Padre per donare la salvezza a coloro che crederanno in lui. Costoro sono invitati a "darsi da fare". Ma essi fraintendendo, pensano di dover fare un'opera meritoria; Gesù invece precisa che il Padre attende da loro l'atto di fede, l'accoglienza fiduciosa "in colui che egli ha mandato". Questa folla non aveva ancora capito che cosa si dovesse cercare in Gesù, chi fosse Gesù, quale dono portasse da Dio. Una tale considerazione ci può riguardare? Anche noi a volte potremmo cercare Dio per satollarci di pane e di grazie materiali. Chiediamo la grazia che è la sua stessa Vita, immessa in noi con i sacramenti per il sangue di Cristo? Chiediamo di stare in pace, magari chiedendo che ci allontani qualche persona o qualche imbarazzante situazione. Le nostre richieste a volte potrebbero sembrare quasi un sacro accattonaggio. Dovremmo invece contemplarlo, adorarlo, farci amare. Nutrirsi del pane di vita, che è Cristo come sapienza di Dio, discesa dal cielo per sostenere il nostro cammino, come la manna nel deserto. E' credere in lui, è condividere la sua stessa esistenza.