Omelia (10-04-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Gv 6,44 Dalla Parola del giorno "Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Come vivere questa Parola? Un altro sviluppo nel discorso di Gesù: esso è come una forza che calamita il nostro cuore in una conoscenza sempre più profonda e vitale del mistero di Dio-Amore. Quando Gesù dice che è impossibile venire a Lui (cioè avere un rapporto intimo con Lui), se il Padre non ci attira, ci rivela una caratteristica fondamentale dell'amore preveniente del Padre: il Padre manda Gesù agli uomini e lo stesso Padre attira gli uomini a Gesù. È Lui all'origine di ogni nostro intendere e operare! È questo movimento che produce l'incontro con un Dio che è Padre e anche Madre, è l'infinitamente AMORE: la sorgente viva di tutto ciò che veramente è e splende amando! Quel Gesù che dice "il Padre ed io siamo una cosa sola" nell'intimità trinitaria, vuole che anche noi usciamo dalla routine di una vita superficiale e ci lasciamo condurre da Lui al Padre, a un rapporto intimo e vitale. Come? "Sta scritto nei profeti: tutti saranno ammaestrati da Dio". Lasciarsi ammaestrare da Dio vuol dire ascolta"Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da Lui, viene a me". Imparare la docilità al Padre è dunque diventare ardenti ascoltatori di Gesù: gente che vive il Suo vangelo come unica vera liberazione. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito Santo di lasciarmi provocare da Gesù risorto, chiedendomi: Sto cercando di piacere al Padre? Faccio quello che Lui vuole, cioè compio con amore ogni mio impegno nelle mie giornate senza andare a caccia di continue gratificazioni egoistiche? Mi dà gioia questo vivere amando? La voce di un beata O Padre, chinati sulla tua piccola creatura: "coprila della tua ombra" e non vedere in lei che il "Diletto nel quale hai posto tutte le tue compiacenze". Elisabetta della Trinità |