Omelia (24-04-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Come vivere questa Parola? Niente di oppressivo nei comandamenti che il Signore ci dà da osservare. Anzi essi sono direttamente relativi a quella circolazione d'amore che viene dal Padre e si esprime attraverso il cuore di Cristo Gesù che, come ha detto un grande poeta del novecento, è la "sede appassionata dell'Amore non vano" (G.Ungaretti). In concreto vuol dire: fare ciò che il Padre vuole da noi come Gesù che ha fatto della volontà del Padre il suo 'cibo', è rimanere, stare di casa nell'Amore. Noi tutti siamo assetati di amore. L'uomo è veramente tale perché ha bisogno di essere amato e di dare amore. È pienamente uomo se vive il primato dell'amore. Ecco perché il disegno di Dio su di noi, attraverso eventi belli e anche dolorosi a volte, è sempre un disegno di amore. È mettere radici in questa convinzione ciò che ci permette di vivere fuori dalla fretta, dallo stress, da tutte le illusioni dei camuffamenti dell'amore e anche da un cammino di pesantezza, di 'doverismo', di desolazione e scoraggiamento. La Parola si accende di fuoco e luce quando Gesù ci dice il motivo di fondo del suo invitarci a vivere quello che Dio vuole. Il motivo è la gioia e addirittura gioia piena. Come ne esce sconfitto certo cristianesimo che collega sempre tutto alla sofferenza! Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiaramente colgo quanto male faccio a me stesso e agli altri quando non bevo sorsate di gioia nelle mie giornate, quando la mia è una pratica religiosa senza amore, quando io e le mie fatiche sono al centro di me, togliendo lo spazio che è di Dio-Amore, di Dio volontà di gioia. Signore, tu sei qui. Che io non ti emargini. Fa' che io rimanga nel tuo amore compiendo quello che tu vuoi io compia. E fammi scommettere sulla tua gioia! La voce di un sacerdote scrittore-teologo del XX sec. La nostra felicità oggi è di avere il presentimento che bisogna cambiare Dio! Bisogna dare a Dio non il volto del faraone, di maestro che tira le fila della storia, bensì bisogna ritrovare – o piuttosto riscoprire – Dio come un Amore che è nascosto dentro di noi, come un Amore fragile, un Amore disarmato – come qualunque amore! Maurice Zundel |