Omelia (26-04-2008) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Non siete del mondo, ma vi ho scelti dal mondo Nella luce della vita nuova, di intimo rapporto con lui e di operosa fecondità, prospettata dal discorso di addio, i discepoli assaporano la dolcezza della loro condizione di figli, fratelli e amici, ma rischiano di illudersi. Diventa utile allora un altro richiamo da parte del Maestro: quello della condizione di servi nei riguardi del loro Signore. "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me". Il capo di accusa nel processo dei discepoli sarà ancora una volta la parola di Gesù, che, annunciata e testimoniata con la vita dai discepoli, solleverà l'odio e la persecuzione del mondo. La luce di Cristo, tramite i discepoli, tuttavia continuerà a brillare nelle tenebre, e queste per odio faranno di tutto per soffocarla. "Voi non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo". San Agostino commentando questo passo evangelico, dice: "Anche i discepoli erano nel mondo e ne furono scelti perché non ne facessero più parte; furono scelti non per i loro meriti, perché essi non avevano precedentemente compiuto alcuna buona opera, ma furono scelti per una gratuita concessione, cioè non trovò già buoni quelli che scelse, ma li fece buoni, scegliendoli". Queste sono le meraviglie di Dio! Il mistero di Dio ci avvolge e ci responsabilizza per essere a nostra volta suo strumento per i nostri fratelli! E' chiaro che quando un cristiano rinuncia ai propri principi e scende a compromessi, non darà più fastidio a nessuno con la sua fede, non sarà odiato dal mondo, anzi sarà considerato un amico. Invece il vero cristiano passa attraverso la prova. Egli come diceva Gesù, non può essere più grande del suo Maestro. "Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi". Ciò significa che non ci sarà per lui una vita facile, senza contrasti a causa della sua fede. Il cristiano ha l'incarico di testimoniare che il futuro e la felicità dell'uomo si raggiungono solo con l'amore che fa dimenticare se stessi e arriva fino al sacrificio, ad imitazione del Cristo, suo Signore. |