Omelia (12-05-2007)
Monaci Benedettini Silvestrini
Dacci un segno e crederemo

Per due settimana saremo accompagnati nella liturgia eucaristica da San Giacomo, che identificato in Giacomo di Alfeo, spesso viene chiamato anche fratello del Signore. Il brani evangelici invece fino alla nona settimana compresa saranno tratti da Marco.
Sono tre i pensieri o messaggi che Giacomo ci invia in questo inizio della sua lettera: a) rallegrarsi anche quando subiamo delle prove o persecuzioni. b) chiedere con fede ardente a Dio la sapienza che sola è capace di farci capire la preziosità della croce. c) considerare la condizione umana, umile e modesta o elevata, come il fiore del campo che è splendido il mattino e a sera è diventato già fieno. Vuol essere quindi un caldo invito alla perseveranza nelle prove ma anche alla fiducia che Dio non ci lascerà mai soli. Nella breve narrazione evangelica ascoltiamo la risposta decisa e quasi indignata di Gesù a coloro che vorrebbero tentare il Signore Dio, chiedendo a Lui un segno, un miracolo strepitoso che fosse come attestazione della sua sublime origine e della sua alta missione.
Non siamo anche noi spinti spesso a chiedere a Dio un segno, un miracolo, per convincerci che egli è veramente il Figlio di Dio? Fecero così anche i Giudei sotto la croce: Se sei figlio di Dio, scendi dalla croce... Gesù aveva il potere di scendere... ma al segno spettacolare richiesto da curiosi... preferì consumare il suo sacrificio per la salvezza di tutti.