Omelia (23-03-2003) |
padre Paul Devreux |
Gv 2,13-25 Gesù caccia i mercanti dalla casa di suo Padre, perché vuole che sia un luogo di preghiera, dove ognuno possa ricevere da Dio un aiuto, gratuitamente, mentre il tempio era diventato un luogo dove vigeva la mentalità di questo mondo, dove il ricco poteva permettersi di fare una grossa offerta in soldi o animali, e illudersi così di meritare la benedizione di Dio più del povero. E' difficilissimo anche per me credere alla gratuità di Dio, talmente sono radicato in una mentalità commerciale, in cui tutto si paga, anche la salvezza, anche il per-dono! Il sacrificio gradito a Dio è quello di cercare di essere gratuiti verso i nostri fratelli, come lui lo è con noi. Dove c'è gratuità, solidarietà, si edifica il regno di Dio; dove c'è commercio si mettono le basi per la guerra e per un mondo di ricchi e di poveri, fatto di odi e paure. La guerra è l'anima del commercio, come l'amore è l'anima della convivenza. Purtroppo vedo che in me prevale più la guerra che l'amore, tant'è vero che preferisco guadagnare che rimetterci. Oserei anche dire, dalla voglia che ho di accendere la televisione, che la guerra mi piace. Quindi, invece di condannare chi fa la guerra, mettendomi cosi la coscienza a posto, mi domando chi mi salverà da questo essere guerrafondaio? Gesù ci dà una Buona Notizia in questa pagina di Vangelo. Dice: "Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere". In effetti è cosi: ogni volta che ho distrutto la mia vita, l'amicizia, l'amore, che sono il tempio di Dio, il Signore l'ha risuscitato. Ogni volta che questo mondo è impazzito, per paura di rimetterci, per paura degli altri, il Signore è intervenuto, suscitando le persone giuste al momento giusto, per salvarlo dall'auto distruzione e ricostruire la pace. Signore vieni a salvarci ancora una volta dalle conseguenze della nostra incapacità di amare, e dall'incapacità di credere alla gratuità del tuo amore. |