Omelia (23-05-2008) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri I due passi di scrittura che vengono proposti oggi, ci offrono un messaggio univoco che si integra nelle diverse situazioni della vita. San Giacomo ci tiene a esortare i credenti a "non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati..." e fa appello alla pazienza dei profeti, alla pazienza di Giobbe e potremmo aggiungere a quella di Gesù... Invita anche a non ricorrere ai giuramenti quando si è a corto di argomenti persuasivi per ottenere maggiore credibilità. Il vangelo ci presenta il parere di Gesù sulla indissolubilità del matrimonio. Egli rimanda i suoi interlocutori alla legge di Mosé e quindi corregge quanto quella aveva concesso per la durezza di cuore. Di fronte al fallimento di tanti matrimoni, viene da chiederci il perché... La prima consiste senza dubbio dalla incapacità di accettazione reciproca degli sposi e quindi da una sequela di lamentele l'uno dell'altro che raffreddano e in seguito sopprimono ogni armonia di amore. Non si ha la capacità di sopportare e di vivere stabilmente una situazione che pure è stata scelta, dopo tanti anni di riflessione e reciproca conoscenza. La mutua lamentela che tende a ingigantire i difetti dell'altro che si presentano come insopportabili, tanto da ingenerare una vita invivibile. Da qui la convinzione che è necessario chiedere la separazione e poi il divorzio per non soffocare. Non si negano le difficoltà del vivere insieme... ma nella celebrazione del matrimonio vanno tenute presenti e poi affrontate con la forza dell'amore, con la grazia che dona il sacramento del matrimonio, senza lasciarsi soggiogare dall'amarezza della delusione. San Giacomo si premura di raccomandarci: "Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri per non essere giudicati". Norma sempre valida... per tutti... anche per gli sposi! |