Omelia (02-06-2008)
Monaci Benedettini Silvestrini
L'infedeltà dei prediletti

Il buon Dio compie un atto di grande fiducia quando ci affida qualcosa di particolarmente prezioso per lui e di grandissima utilità per noi. I vignaioli della parabola odierna rappresentano innanzitutto una categoria di privilegiati, a cui il Signore ha affidato non una bella vigna, curata con la migliore solerzia, ma lo stesso suo popolo, amato e prediletto. Gesù sta evidentemente parlando dei capi religiosi del suo tempo e proietta la sua visione nella storia passata e futura. Vuole quindi coinvolgere tutti coloro, che scelti per essere guide sicure, hanno il privilegio e il compito di essere per tutti di fulgido esempio e di insegnare con la forza della parola di Dio e con l'esempio di una vita integra. L'infedeltà a tale compito è evidentemente di una particolare gravità: non solo si viene meno ad un mandato personale, frutto di una privilegio e di una predilezione, ma si coinvolge negli stessi errori molti altri, che anziché essere indotti al bene e alla verità, vengono trascinati nel male e nell'errore. Vengono disattesi perfino i frequenti richiami divini, anzi, l'apparente lontananza del Signore, accresce, non l'impegno e lo zelo, ma la più spavalda rilassatezza. Si giunge fino a far tacere le voci di coloro che in nome di Dio, lanciano i loro doverosi e pressanti richiami. Gesù così apostrofa la città santa in preda alla corruzione: "Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!". Non c'è condanna peggiore del nascondimento di Dio dalla nostra vita. Non c'è amarezza più grande.per chi è in grado di comprenderlo, che dover costatare la perdita di un amore gratuito per una colpa contro quello stesso amore. Dio è costretto a dare al altri il compito e la missione che noi non abbiamo saputo adempiere: è il peggiore fallimento della vita. Noi ministri per primi, ogni fedele, si sente coinvolto in questa storia dove amore ed infedeltà s'intrecciano, dove la predilezione divina può diventare per l'umana perversione, motivo di ribellione, dove i beni di Dio li trafughiamo a nostro uso e consumo personale, dimenticandone la vera finalità. La reazione degli scribi e dei farisei è ancora assurda e perversa, la nostra sia una umile e fervente invocazione alla misericordia divina.