Omelia (18-02-2007) |
don Ezio Stermieri |
il principio attivo della morale cristiana Alla riscoperta dell'ethos cristiano per ricuperare il senso dei cristiani nel mondo. E ricuperato che il perché è Gesù Cristo, la sua chiamata, la sua morte e Risurrezione, il suo mandato a immettere beatitudine, Dio stesso nel "limite" dell'uomo e a offrire un discorso "alto" dove l'uomo si adatterebbe a ridurre la sua etica a "gestione", a "maggioranza", a "potere politico" e poi a scambio... Oggi, la parola di Dio, quasi fossimo con il microscopio, in laboratorio, ci mostra il 'principio attivo' della morale cristiana: l'amore. Non certo quello riduttivo offerto come panacea distraente, ma quello ablativo, quello che rende l'uomo e la donna simili a Dio. ' A voi che ascoltate io dico: Amate!' Nulla di compensativo o auto gratificante: fate del bene! Nulla di dividente tra quanti amiamo e quanti no: benedite coloro che vi maledicono! Nulla che ponga un limite in questo amore. Anzi, la forza è nel porgere l'altra guancia. Nulla di sentimentale: fatelo. Non è poetica, è poietica. Nulla di infantile: Amate i vostri nemici. E' la forza sovrumana, che vediamo solo in Dio di rompere la catena del male, di rispondere al male, all'offesa, alla lontananza con il male. Si direbbe quasi che al cristiano è chiesto di amare prima l'amore, il voler bene, Dio che colui che sta davanti o entra a modo suo nella nostra vita. Ed è credere che l'Amore è più forte del male e che a vincere sarà ed è amare! Etica ritenuta oggi impossibile e pericolosa perché disarmante in una lotta tra culture, in un mondo di furbi voraci, un'etica che rende imbelli e pronti ad essere divorati perché, si dice, l'uomo sogna l'amore, ma in realtà è animale in lotta per la sopravvivenza, contro tutto e tutti. Etica che ha bisogno di un'antropologia. La disegna bene S. Paolo. Il primo uomo è tratto dalla terra ed è di terra: vive angosciato dalla morte e non ha tempo per amare. Il secondo, il cristiano viene dal Cielo, viene dalla a-mors, dall'amore, viene da Dio, ha in sé non l'angoscia del vincere adesso per non essere sconfitto. Ha in sé l'orizzonte di Dio che è vita, amore, e lotta, soffre, s'ingegna per far trionfare la vita, l'amore, la pace, l'essere tutti figli di questo amore. E' una questione di cuore ed il cuore cristiano impara a dilatarsi sulla cattolicità di Dio manifestata in Cristo. Il libro di Samuele poi, come fa la Bibbia da par suo, anziché fare un trattato dell'uomo con il cuore che ama, abbozza il prototipo dell'uomo che ama: Davide che messo nella situazione di sbarazzarsi di colui che lo odia, preferisce dargli vita perché cambi il suo cuore. Così Davide, così Cristo, così il Cristiano, non per 'debolezza culturale' ma per amore della vita. |