Omelia (04-02-2007) |
don Ezio Stermieri |
La forza della coerenza Una volta deciso di essere cristiani e di vivere cristianamente con la difficoltà che comporta oggi, quando una certa "struttura", società cristiana è crollata, quando il pensiero dominante si dichiara debole, nessuna etica, se non quella del soggetto, imponibile o proponibile, quando tutto deve essere rispettato eccetto che l'essere cristiano, quando non c'è reciprocità e il contenuto dell'etica scaturente dal Vangelo, così esigente... Quando essere cristiani comporta andare controcorrente... E' inevitabile la domanda: da dove un cristiano trae la forza della propria coerenza senza essere avversario di nessuno, "contro" qualcuno ma semplicemente proponente quanto all'uomo di oggi è mancante o smarrito? La risposta è semplice e concreta. Deriva da una chiamata ineludibile, forte e illuminante a tutto tondo l'esistenza e il suo valore vero. Deriva dalla voce del Vangelo, dalla forza di Cristo. Pietro (e non a caso è lui, perché ogni fede cristiana è declinata sulla sua) diventa il paradigma per ognuno e per ogni comunità. La voce di Cristo è più forte della sua debolezza e del suo peccato. La sua parola: gettate le reti, più autorevole di ogni fatica, la sua presenza sulla sua e nostra barca più rassicurante di ogni paura. Il nostro essere cristiani nel mondo, in mezzo al male che sembra inghiottire noi e quanto portiamo con noi, non deriva dal generoso ma inutile tentativo di far riferimento al suo insegnamento, ma dal fatto che Egli ci ha chiamati e ci ha dato con il suo spirito la ragione della nostra presenza in una "folla che fa ressa" per ascoltare una parola che non confonda i dati dell'esistenza, ma ne evidenzi il significato. E' il Signore, dice Isaia, che con il fuoco mi ha toccato le labbra in una esperienza totalizzante di Lui e mi ha dato la forza di dire: manda me! E San Paolo pone come principio vitale dello scorrere della vita cristiana di generazione in generazione il Vangelo. E' il Vangelo che rende "saldi", che salva se non lo si inquina con le nostre paure, ideologie, interessi. E' Cristo che ha capacità di salvare perché è Lui che è morte, risorto ed è apparso a Pietro e continua a rendersi vivo nella Chiesa. E' Lui la forza. Un cristianesimo che smarrisca il vangelo e proponesse la salvezza in qualcosa d'altro, fosse anche la nostra filantropia, le nostre opere buone, qualche attività benefica, lo schieramento da questa o quella parte o rivoluzione evaporerebbe in due generazioni. E' Cristo da annunciare, indicare, insegnare, far incontrare perché è Lui la forza di generazione in generazione. Ci meditino catechisti e genitori dal catechismo delle idee senza incontro con Cristo. Ci pensi chi oggi predica un cristianesimo della diaspora senza Domenica e senza Cristo. Un cristianesimo snervato senza 'riserva' e senza proposta. E' per Grazia di Dio che siamo quello che siamo. |