Omelia (21-01-2007)
don Ezio Stermieri
Parola e morale

Sulla scorta del Vangelo di Luca, vogliamo andare quest'anno alla ricerca dell'ethos cristiano, della novità dunque che il fatto cristiano introduce nella storia e nell'umanità, la "riserva" etica che la fede in Gesù Cristo apporta alla speranza, all'attesa che è nel cuore dell'uomo e nella coscienza della collettività.
Stupenda la Parola di oggi che ci avverte subito della sorgente dell'ethos: la Parola di Dio. E' quasi da vedere il brano di Esdra come descrive un popolo di ritorno dalla schiavitù e che deve ritrovare la forza di ricominciare, le ragioni per non cadere nello scoraggiamento, l'anima da mettere dentro al tutto da rifare.
Eccolo riunito attorno alla Parola che testimonia la fedeltà di Dio, il suo intervenire, il suo essere all'opera con l'uomo che cerca la sua alleanza. Ecco il pianto liberatore da un passato che ha costruito l'esilio e il pianto di consolazione perché Dio ha voluto il ritorno. Ecco la festa di popolo che mangiando insieme, vivendo l'amore agapico ritrova l'energia per mettersi all'opera.
Quadro quanto mai opportuno per noi che ci interroghiamo su come leggere, capire, vivere la Bibbia. Un avvertimento dobbiamo avere presente per non finire tra quelli – dice Gesù – che leggono, scrutano le scritture ma non hanno il punto, l' per comprendere che la Bibbia è stata scritta per il nostro insegnamento, per sperimentare quanto Dio sia puntuale. E la puntualità di Dio è Gesù Cristo: l'esegeta della scrittura.
Eccoci a Nazareth. Ecco il rotolo, lo sguardo di tutti su di Lui ed ecco la Parola: "oggi, in Lui! si è adempiuta questa scrittura". La non comprensione di chi pur sta a guardare genera il rifiuto, il tentativo stornante nella storia di sbarazzarsi di Gesù Cristo.
Partendo invece dal fatto che Gesù Cristo è il compimento, la realizzazione della Promessa e della fedeltà di Dio, noi, in Lui troviamo l'ethos, l'etica della nostra coscienza, della nostra missione e del compito che abbiamo oggi nella società. Facciamo la nostra parte di ricostruzione di una cultura depressa.
Lo dice bene San Paolo: "Ora, voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte". Dunque voce di Lui, dunque "scrittura di Lui". Non il testo con le lettere dell'alfabeto è vivo. Esso è rimandato al testo che siamo noi di Cristo, sempre perfettibile, ma è in Lui che troviamo la forza di "aspirare ai carismi più grandi", al non accontentarci di un progresso materiale, economico, scientifico... Aspiriamo all'uomo alla sua civiltà, alla sua moralità, alla sua dignità.
Mentre, anche oggi, tutto sembra disgregarsi e molti vivono in uno stato di pre-depressione, il cristiano riscopre la sorgente dell'etica: il libro che ha in mano è una Persona e lui ne è la continuazione storica.