Omelia (25-12-2007) |
don Ezio Stermieri |
l'alba dell'eternità "La Luce splende nelle tenebre". Il nostro buio si è illuminato. Il fuoco è di nuovo acceso. La vita ricomincia a scorrere e nessuna tenebra, pur non comprendendo, potrà invertire la rotta di un popolo che non dall'istinto della sopravvivenza, dalla volontà di dominio, da strategia umana ma da Dio è stato generato. E questa Luce pone in risalto quanto è accaduto una volta per sempre e quanto la Liturgia fa risuccedere: la bellezza di Colui che reca lieti annunzi (I lett.). Egli, dice la lettera agli Ebrei, ha la bellezza di Dio perché è "impronta della sua sostanza" e venendo in mezzo ai suoi simili ha dato modo all'umanità di scoprire la bellezza di essere uomini: non animali legati all'istinto ma riflesso della libertà, della vita, della intelligenza, della comunicazione, dell'amore di Dio Trinità. Egli entrando nella vicenda, nell'esodo umano ponendo la sua tenda, ci dice il perché di questo ingresso nella storia. "Il Signore ha consolato il suo popolo" (I lett.) Pone fine alla solitudine, all'essere randagio dell'uomo, all'implosione dei suoi tentativi di pace, progresso, benessere per il risorgente istinto di bellicità contro il proprio simile. Egli ci purifica dai nostri peccati (II lett.) e sedendo alla destra di Dio inaugura una nuova signoria: Il Regno di Dio dove tutti impariamo ad essere fratelli, dove insieme lavoriamo per un mondo più giusto, dove i piccoli, i poveri, quelli che fanno fatica sono privilegiati. E' la civiltà dell'amore perché Egli venendo ci dà il potere (Vangelo) di diventare figli di Dio. E, la luce della sua venuta riesce ad illuminare finalmente il nostro futuro. Dice Isaia:"Vedranno la salvezza del nostro Dio". L'ha vista Israele, l'hanno vista i pastori. La vediamo noi depositari della missione di mettere la nostra vita perché Cristo si faccia strada, sia conosciuto, amato, seguito, e il suo Vangelo diventi la Magna Carta della libertà, della giustizia, della legalità dell'umanità nuova. Egli (II lett.) continua a parlarci, il suo Spirito rende attuale la sua Parola; il suo Vangelo illumina le nostre scelte. "Dalla sua pienezza - dice Giovanni - tutti noi abbiamo ricevuto e Grazia su Grazia". Il Dono, la Grazia, della verità, del mistero sempre da svelare e riscoprire, della gratuità che rivela quanto l'amore debba nascere dalla pienezza dell'essere e quanto così ripieno di Dio ritorni capace di creare, salvare, far crescere l'umanità. E' nato il Principio del nostro futuro è sorta l'alba della nostra eternità con Dio. |